Dopo le proteste di associazioni, il ministero della Salute, guidato da Orazio Schillaci, cerca soluzioni per coprire il vuoto finanziario causato dal mancato rinnovo delle risorse del Fondo per il contrato ai disturbi alimentari, utilizzate finora per la prevenzione e la cura di anoressia, bulimia e ortoressia.
Il ministro Schillaci sta considerando l’ipotesi di presentare un emendamento di maggioranza al decreto Milleproroghe, attualmente in fase di conversione in legge. La proposta di emendamento mira a garantire il finanziamento necessario per mantenere attivi i 126 centri dedicati alla cura dei pazienti affetti da anoressia, bulimia e ortoressia. Si valuta anche la revisione dei Lea, livelli essenziali di assistenza, per inserire ulteriori risorse e garantire cure continue per i 4 milioni di pazienti.
Gli uffici del ministero, a quanto apprende il Gambero Rosso, stanno cercando risorse per poter finanziare l’emendamento: l’idea è quella di introdurre uno stanziamento straordinario – 5 milioni di euro – per l’anno in corso, specialmente nelle regioni più fragili del Sud e del Centro Italia. Si punta a una soluzione strutturale per il 2025, evitando il rifinanziamento annuale.
C’è un segnale di sostegno da parte di Forza Italia che arriva dal portavoce Raffaele Nevi – secondo quanto riportato su Repubblica di oggi – che dichiara la disponibilità del partito a contribuire concretamente alla risoluzione del problema.
“Spero che il governo capisca che un’emergenza c’è e faccia il passaggio dalle azioni straordinarie a quelle ordinarie – insiste Leonardo Mendolicchio, responsabile della Riabilitazione dei disturbi alimentari e della nutrizione di Auxologico – La metà dei pazienti sono under 18 che senza cure possono solo peggiorare. Ora l’obiettivo è capire se le Regioni hanno recepito l’importanza di questo settore e riusciranno a rendere autonomi i percorsi per garantire le cure dei disturbi alimentari”. Le Regioni, nonostante i tagli, promettono impegno, ma le associazioni annunciano proteste in piazza previste venerdì 19 gennaio, per sottolineare l’urgenza del problema.
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