Si parla tanto di Dop economy e della sua importanza a livello economico-sociale per tutto l’agroalimentare nazionale: un sistema di indubbio valore che, per la sola Italia, supera i 20 miliardi di euro di giro d’affari, e che Bruxelles punta a tutelare e proteggere nel mondo dalle imitazioni con accordi commerciali su larga scala, come il recente trattato col Mercosur. Ma quanto sono importanti i marchi di qualità dell’Unione europea, tra cui Dop, Igp, Stg, Biologico? Quali sono i più noti ai cittadini? I risultati del sondaggio Eurobarometro, reso noto dalla Commissione europea il 9 gennaio, indicano una bassa percentuale di persone capaci di riconoscere i marchi dei prodotti agricoli e alimentari a Dop, Igp, Stg. Non lo nasconde la stessa Commissione nelle conclusioni: se, infatti, la maggior parte degli europei (56%) riconosce il logo dell’agricoltura biologica, quelli dei prodotti a Indicazione geografica protetta (Igp) e a Denominazione di origine protetta (Dop) «potrebbero avere di un riconoscimento più ampio». Va meglio, invece, per i loghi del Biologico e del Fairtrade (marchio di certificazione sulla sostenibilità e i diritti umani e ambientali)
Nonostante l’etichetta specifica che garantisce la qualità del prodotto sia definita dal campione intervistato «molto importante» e abbastanza importante» nella decisione di acquistare generi alimentari (8 persone su 10), solo il 18% in media in Ue dichiara di conoscere il marchio Dop, il 19% quello Stg e il 24% quello Igp. C’è più consapevolezza per i loghi del Biologico (56%), che risulta il più noto tra quelli europei, e per il simbolo Fairtrade (45% di risposte positive). Ma c’è anche un 19% di cittadini che ha detto di non conoscere affatto alcun logo di qualità alimentare. Il sondaggio d’opinione di Eurobarometro è stato realizzato nell’estate 2024 su un campione vasto (più di 26mila interviste, di cui oltre mille in Italia) e rappresentativo per fasce sociali dell’Europa a 27. Se si fa un confronto con precedenti sondaggi, migliora lievemente rispetto al 2022 la percezione per i marchi Igp (da 22 a 24), Dop (da 16 a 18), Stg (da 16 a 19) e Fairtrade (da 41 a 45) mentre cala per il Biologico (da 61 a 56).
Sarà che l’Italia, con 856 cibi e vini certificati, è leader in Europa per numero di indicazioni geografiche, a cui si aggiungono 35 bevande spiritose Ig, per 891 prodotti totali, ma i dati mostrano un po’ più di consapevolezza in merito ai marchi Dop (26%), Igp (31%) e Stg (25%), mentre è sotto la media Ue su Biologico (53%) e Fairtrade (26 per cento). Oltre nove italiani su dieci affermano di considerare molto e abbastanza importante nelle decisioni di acquisto il fatto che gli alimenti abbiano un’etichetta specifica che garantisce la qualità del prodotto. Altri criteri di scelta sono legati ai prodotti provenienti da filiera corta, da zone geografiche conosciute o prodotti che rispettano le tradizioni locali.
Eurobarometro ha sondato anche le opinioni sulla Politica agricola comune. La maggior parte dei cittadini Ue ritiene che l’Europa, attraverso la Pac, stia svolgendo il suo ruolo nel garantire un approvvigionamento alimentare stabile in ogni momento (81%). Circa sette su dieci ritengono che la Pac contribuisca alla gestione sostenibile delle risorse naturali (72%), allo sviluppo di soluzioni digitali e di ricerca a sostegno dei settori agricolo e alimentare (71%) e al rafforzamento del ruolo degli agricoltori (70%). Più di sei su dieci ritengono che la Pac contribuisca a ridurre le disparità regionali (66%) e incoraggi i giovani a entrare nel settore agricolo (63%). Il sondaggio rileva, inoltre, che i cittadini Ue hanno un forte apprezzamento per gli agricoltori: il 92% afferma che l’agricoltura e le zone rurali sono importanti per il futuro, con il 52% che le considera «molto importanti». Più della metà (56%) indica come corretto il livello del sostegno finanziario dell’Ue agli agricoltori per contribuire a stabilizzare il loro reddito, con un aumento di dieci punti percentuali dal 2022 e il livello più elevato dal 2013. Quasi nove agricoltori su dieci (88%) sono favorevoli al fatto che l’Ue continui a erogare sovvenzioni.
Spazio, nel sondaggio, anche agli accordi commerciali, considerati in maggioranza dagli europei (per circa due terzi degli intervistati) dei fattori positivi. Un’ampia maggioranza, secondo Eurobarometro, ritiene che apportino benefici significativi all’agricoltura e ai consumatori. Nel dettaglio, il 76% concorda sul fatto che gli accordi garantiscano la diversificazione dei mercati e dell’approvvigionamento di prodotti agricoli nell’Ue. Più di 7 su 10 ritengono che gli accordi commerciali rafforzino l’export agricolo dell’Ue in tutto il mondo (73%) e promuovano le norme dell’Ue in materia di lavoro e ambiente, compreso il benessere degli animali per la produzione agricola in altri paesi (71 per cento).
<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.
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