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La Roma da cartolina di Emily in Paris: «Francia uguale cibo, Italia uguale sesso»

La quarta stagione di Emily in Paris racconta Roma attraverso gli stereotipi più triti, a partire dal momento del pranzo

  • 17 Settembre, 2024

Alla fine della quarta serie Miss Cooper (Lily Collins) sta per postare una foto di Roma dal suo profilo EmilyinParis ma si ferma per cancellare le ultime lettere, lasciando prevedere un nuovo nick: EmilyinRome, del resto il trasferimento nella Capitale è deciso, facendo pregustare nuove puntate italiane nella quinta stagione appena annunciata. Speriamo raccontino il nostro Paese in modo meno stereotipato di quanto fatto fino a ora.

Nelle ultime due puntate uscite, infatti, Emily raggiunge il suo nuovo flirt Marcello Muratori (erede di una importante quanto riservata famiglia del cachemire) per una Vacanza Romana con tanto di giro in vespa d’ordinanza e musiche d’antan. Novella principessa Anna, con look adeguato al contesto, vive una Roma da cartolina, la stessa raccontata più di 70 anni fa dal film con Gregory Peck e Audrey Hepburn. Una città piena di fascino, calore e bellezze diffuse, notti incantate e albe mozzafiato, che strappano a Cooper una dichiarazione d’amore per questa città che può incantare nonostante (o forse attraverso) i suoi difetti «Parigi è super ordinata e organizzata e invece qui ti giri e inciampi in una statua di marmo vecchia almeno duemila anni».

Il pranzo della vita di Emily

E poi la cartolina delle cartoline: la Fontana di Trevi con il lancio della monetina subito prima della dovuta pausa pranzo. Dove? Niente nomi di fantasia per il vitto e alloggio di Emily: se miss Cooper dorme all’Hotel Eden, 5 stelle a via Ludovisi, il suo primo pranzo in città è da Giggetto, locale nel cuore del quartiere ebraico che lo scorso anno ha compiuto 100 anni. Nella finzione è il ristorante di un amico di Marcello, e via tra grandi pacche sulle spalle e saluti calorosi, commenti galanti e strizzatine d’occhio, «voi romani siete veramente calorosi» dice lei. Nel miglior pranzo della vita di Emily – almeno a suo dire – il vino è quello della casa nella caratteristica foglietta, nei piatti caprese, prosciutto crudo e mozzarella (condita con un filo d’olio) e poi amatriciana e carbonara che Emily mangia con grande soddisfazione sulle note di Casta Diva. Mancano le tovaglie a quadretti, per il resto il registro da tarantella e mandolino c’è tutto, inclusa la coppia che discute a voce alta al tavolo accanto tra l’indifferenza degli astanti (come fosse una cosa normale). Altro che Champagne e piatti raffinati presenti nelle altre puntate.

«Francia uguale cibo, Italia uguale sesso»

«Francia uguale cibo, Italia uguale sesso» dice Mindy, l’amica spudorata di Emily. E così sia. Mentre a Parigi chef Gabriel conquista la stella Michelin, facendo entrare sempre più il fine dining nella narrazione della serie, a Roma non ci si muove dalla scenografia più naif, confermata nelle scene ambientate a Solitano (girate a Ostia Antica) dove abita e lavora la famiglia di Marcello e dove si mangia insieme ai dipendenti in grandi e allegre tavolate. Nel borgo immaginario non sarà difficile riconoscere Solomeo, head quarter di Brunello Cucinelli. Insomma: mentre nelle puntate francesi Emily si muove tra il ristorante L’Esprit de Gigi di Gabriel (il locale esiste veramente, è il ristorante italiano Terra Nera) e un’antologia di caffè, bistrot, ristorantini d’autore o grandi monumenti della cucina come Le Grand Véfour, Jules Verne, L’Ambroisie, Le Maurice, in quelle italiane non si esce dalla tipica trattoria, ignorando allegramente che la cucina italiana oggi è anche altro: perché le osterie di tradizione convivono proficuamente con grandi ristoranti, nuove osterie, wine bar e locali in cui esplorare l’Italia a tavola. Magari concludendo con un caffè  – Bavazza nella finzione, e anche qui non è difficile riconoscere l’ispirazione – o magari anche con uno specialty coffe. Perché in Italia non c’è solo l’espresso.

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