Qualcuno elabora una bozza prima di iniziare a cucinare, un canovaccio colorato che servirà da guida per chi decidesse di cimentarsi ai fornelli. Altri approcciano la cucina in modo concettuale, suggerendo idee che ognuno può interpretare a suo modo. Ma c’è anche chi recupera antiche ricette della propria terra; e chi vive un rapporto decisamente più ordinario con il cibo, sfidando la propria goffaggine con la pasticceria, portando in tavola il proprio piatto di conforto preferito o improvvisando una ricetta dell’ultimo minuto con quel che c’è in frigo. Sono gli esiti di un progetto nato durante il periodo di quarantena per iniziativa di due designer, un’italiana e una londinese, che insieme hanno creato la “piattaforma” Design Cucina, chiedendo la collaborazione di colleghi e amici sparsi in tutto il mondo. Un progetto che pur mentre lentamente si torna alla normalità dà la misura dell’evento che ci ha colpito, portandoci a condividere sorti, speranze, passatempi comuni per esorcizzare il momento. Dunque perché non chiamare in causa il cibo e la cucina casalinga che per molti hanno rappresentato la valvola di sfogo prediletta durante la cattività? Maria Cristina Didero e Libby Sellers, sull’asse Milano-Londra, ci hanno creduto.
E Design Cucina ha preso forma su Instagram, con nuovi post giornalieri che hanno accompagnato il periodo di lockdown (l’Inghilterra solo tra qualche giorno, dal 4 luglio, si appresterà a ripartire in modo più concreto, riaprendo attività di ristorazione e servizi accessori), componendo una sorta di ricettario condiviso che potrebbe presto trovare un editore, trasformandosi in raccolta di ricette a tutti gli effetti. I designer interpellati sono stati liberi di esprimersi secondo istinto, chi fornendo fotografie dettagliate per riassumere i passaggi di preparazione del piatto, chi preferendo restare nel campo dell’illustrazione, chi mostrando solo il risultato finale, accompagnato dalle istruzioni per replicare la ricetta. Alla chiamata hanno risposto, tra gli altri, anche celebri nomi del design internazionale, come Michael Young, Alice Rawsthorn, Sabine Marcelis, Richard Hutten, Fernando Laposse, Formafantasma, Tulga Beyerle, Catherine Ince, Arthur Arbesser, Max Fraser, BCXSY, Raffaella Mangiarotti, Erez Nevi Pana, Martì Guixé, Zaven, Kiki&Joost, Joreg Penades, Theo Willimas, Xavier Lust, OKOLO.
Diverse le presenze italiane, come testimoniano ricette facilmente riconducibili alle tradizioni regionali della Penisola, dalle più comuni orecchiette con pomodori datterini e basilico a piatti più curiosi, come le patate “fricate” friulane o la cotoletta di pala di fico d’India, che mette insieme Milano e la Sicilia, passando per il Messico grazie a Raffaella Guidobono di Leftover. Ma c’è spazio anche per il tonno marinato di chi a New York sente la mancanza di una buona cena al ristorante giapponese (e in città ancora si discute sull’opportunità di riaprire i ristoranti a pieno regime), o per i biscotti dei piccoli di casa alle prese con un passatempo infallibile, con le mani in pasta tra lievito e farina. Dalla tradizione libanese arriva la ricetta della torta di carruba, dall’Iran la frittata alle erbe servita con salsa allo yogurt e pane tradizionale, dalla Romagna la piadina con prosciutto e squacquerone.
Nel Lincolnshire, invece, si prepara un coniglio speziato a partire dall’animale appena cacciato; e in Provenza scopriamo un carciofo alla “barigoule” illustrato da Magalie Guerin.
Perfetta per l’estate, però, è la granita rosa (alla vodka e uva) di Alessandra Pallotta e Patrick Tuttofuoco, che per l’occasione allestiscono un set d’altri tempi ed esibiscono una bellissima gelatiera di modernariato. La raccolta prevede molte altre sorprese (oltre 100 ricette), tutte consultabili sulla pagina IG di DesignCucina. Per chi ancora non avesse perso la voglia di cucinare in casa.
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