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"Ho iniziato facendo il cuoco. Con De Sica mangiammo anche le cavallette con il cioccolato". Intervista a Massimo Boldi

L'attore e comico icona della tv anni Ottanta e Novanta racconta al Gambero Rosso il suo legame con la cucina: "Mio padre era un decoratore pasticcere, sul set si mangiava solo sbobba"

  • 25 Febbraio, 2025

«Ho iniziato la mia carriera facendo il cuoco». È un Massimo Boldi che in pochi conoscono quello che lui stesso racconta seduto placido sul divanetto di una terrazza di Sanremo, intercettato dopo un pranzo al ristorante del Gambero Rosso nel rooftop di CasaSanremo. «E ho iniziato a fare l’attore parlando di cucina», racconta ricordando nel dettaglio uno vecchissimo sketch – «era l’inizio degli anni Ottanta» – di lui vestito da chef che inveiva contro la pentola a pressione: «Sono contrario, non si vede la cottura», diceva nella clip tratta da A tutto gag, un programma televisivo italiano di genere varietà comico trasmesso la domenica in prima serata dalla seconda rete Rai tra febbraio e marzo 1980. «Sono sempre stato un tramite per la cucina, ne parlavo prendendo spunto dalla realtà e dalle novità che la televisione portava al grande pubblico».

Attore, comico, produttore cinematografico, cabarettista e musicista italiano, è stato un’icona del cinema degli anni Ottanta e Novanta, quando c’erano le code in biglietteria per vedere i cinepanettoni girati con Christian De Sica, conosciuto da intere generazioni di italiani col soprannome di “Cipollino”. Ancora oggi parlare con lui è difficile mentre quella generazione di spettatori ormai cresciuta gli chiede insistentemente una foto e autografi. All’età di 11 anni, si trasferisce con la famiglia a Milano dove si iscrive alle scuole serali ed inizia a lavorare, prima come vetrinista, poi come venditore porta a porta per una azienda di pasticceria: la Motta.

Suo padre era un pasticcere. 

In realtà, mio padre era un decoratore della pasticceria, era un lavoro artigianale.

Lei ha imparato a fare i dolci? 

No, nessuno.

Se potesse tornare agli anni Ottanta, qual è il piatto che vorrebbe mangiare? 

Andavano di moda i gamberi rossi. Mi piacevano, hanno un gusto particolare.

Un piatto in particolare? 

Il cocktail di gamberi.

Cosa si mangia sul set? 

Più o meno quello che si può mangiare quando sei in ospedale o in prigione. Non si mangia bene.

Niente ostriche e champagne.

È una sbobba.

È una buona forchetta? 

Normale.

E Christian De Sica?

Mangia tutto.

Avete mangiato spesso insieme. 

Beh abbiamo girato insieme il mondo, abbiamo fatto film in mezzo pianeta e abbiamo dovuto assaggiare cucine internazionali non sempre di nostro gusto.

La peggiore? 

Beh, le dico degli ingredienti: lombrichi e farfalle.

E quando le ha assaggiati? 

Quando sei ospite di un Emiro o di un Maharaja in India non puoi di certo rifiutarti.

Altro?

Le cavallette intinte nel cioccolato.

Che sapore hanno?

Di merda.

Milano da bere. Dove andavate a bere e mangiare in quella Milano lì?

Era un momento di grande spiritualità e divertimento. Un locale iconico era il Derby Club.

Lei era un grande amico di Silvio Berlusconi. Ha aneddoti legati a lui a tavola? 

Quando finiva di mangiare cantava sempre, con Confalonieri al piano che suonava. Momento nostalgia.

Foto di Giuseppe Contarini

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