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Clienti al ristorante. L’indagine di RistoratoreTop: per i ristoratori non rispettano le regole anti-Covid

Un campione di duecento ristoratori risponde al sondaggio di RistoratoreTop, che misura le difficoltà dei gestori di relazionarsi con i clienti negli ultimi mesi. Troppi non rispettano le misure di sicurezza.

  • 11 Ottobre, 2020

Clienti al ristorante. Rispettano le norme anti-Covid?

Poco meno di duecento ristoratori da tutta Italia che si incontrano a Bologna per tre giornate di formazione organizzate dalla piattaforma RistoratoreTop, specializzata in marketing per il settore della ristorazione. È questo il campione di addetti ai lavori sottoposto all’indagine per sondare l’umore degli esercenti del settore ristorativo rispetto all’aumento dei contagi in Italia e ai contenuti del Dpcm atteso per il 15 ottobre. Un numero ristretto, ma comunque significativo per comprendere i timori del settore, considerando il responso piuttosto compatto degli intervistati. Il sondaggio indaga sulle principali criticità nel relazionarsi con i clienti in considerazione delle misure imposte per legge, per contenere il contagio (già lo scorso marzo, tra l’altro, RistoratoreTop, in collaborazione con APG Consulting, si era preoccupata di stilare un vademecum per aiutare gli addetti ai lavori a interpretare il Decreto Cura Italia e le principali norme da rispettare).

Le difficoltà dei ristoratori

E quel che emerge sommando la maggior parte delle risposte è soprattutto la difficoltà di far rispettare le regole ai propri ospiti: il 96% dei ristoratori interpellati, infatti, dichiara di trovarsi almeno una volta al giorno a intervenire per far rispettare il distanziamento di sicurezza, o per sollecitare i clienti a indossare la mascherina durante gli spostamenti all’interno del locale. E la percentuale sale al 98% quando si arriva a ragionare sulle responsabilità caricate sulle spalle dei ristoratori, che in grandissima parte ritengono ingiusto che da un punto di vista legale le responsabilità del mancato rispetto delle misure di sicurezza ricada anche su di loro.

A proposito dello spauracchio di una chiusura anticipata delle attività, finora smentita e non prevista dall’imminente Dpcm, ma certo non scongiurata se il numero dei contagi continuasse a salire, tutti gli intervistati si dicono invece contrari, considerando la misura inutile e dannosa: “Il problema della movida, con una stretta sull’orario di somministrazione, non verrà risolto ma si limiterà a spostarsi altrove, con il solo risultato di mettere in ginocchio le attività, in particolare bar e pub”, fa eco al sondaggio Lorenzo Ferrari, ad di RistoratoreTop. Che continua, in difesa della categoria: “L’aumento dei contagi o lo spettro di un nuovo lockdown si combattono con norme semplici e di buon senso, rispettate da tutti, esercenti e clienti. Norme che diano modo ai ristoratori di fare i ristoratori, piuttosto che i controllori, e che vengano fatte rispettare anche attraverso un’intensificazione dei controlli, se necessaria”.

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