“Sto mangiando, sono a cena, in casa”. Esordisce così Cesare Cremonini, rivolgendosi ai suoi follower IG, oltre un milione di persone che seguono il cantautore bolognese capace di riempire gli stadi. Una scena comune per tutti noi, italiani e non solo, costretti in casa da giorni, e piuttosto dediti a ritrovarci intorno a un tavolo, in famiglia, per ritrovare un senso di normalità nella difficoltà. Ma quello di Cremonini è solo l’esordio di un messaggio a sostegno della ristorazione bolognese (e d’Italia): si rivolge diretto “ai miei amici ristoratori di Bologna”, perché si facciano coraggio, in un momento difficile. “Sento molta preoccupazione”, continua, prima di lanciare un’idea a metà tra il goliardico e l’affettuoso: “Quando tutto questo finirà, ogni sera organizzerò un concerto a sorpresa, in un ristorante di Bologna; nessuno saprà dove, fino all’ultimo…”. Il motivo di tanto slancio è lui stesso a spiegarlo, tra le righe del messaggio che invia ai suoi fan: “Chi fa ristorazione, lo dico da amante della cucina italiana, ha una passione nel petto che somiglia alla musica. Le ore chiuse in cucina sono quelle in studio. Ogni sera un concerto in sala. Si accendono le luci della scena, i coperti sono i biglietti venduti. L’incasso oscilla come una fisarmonica”.
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Ed è questo – al di là della riuscita similitudine tra i due mondi – l’aspetto che più sembra angustiare Cremonini (non è l’unico, perché il settore della ristorazione rischia una crisi senza precedenti): “Se esistesse il diritto d’autore anche in cucina…Beh, le nostre nonne ci avrebbero lasciato i eredità monete d’oro a forma di tortellini. Ma il ristoratore non ha quasi mai fieno in cascina”. Gli risponde qualche ristoratore, commosso per lo slancio. E tanti fan, che sperano davvero che l’idea possa concretizzarsi, pregustando già un concerto a sorpresa del proprio idolo musicale. La riflessione, comunque, resta valida e ammirevole a prescindere dai gusti musicali. Quando potrà ripartire, la ristorazione, che pure dovrà essere capace di reinventarsi, avrà bisogno del sostegno di tutti. A partire dai clienti, abituali e non. Per questo anche in Italia (e Bologna è capofila) molti ristoratori hanno deciso di mutuare l’idea dei Dining Bonds, in arrivo dall’America. Ne riparleremo a breve, con la lista delle insegne che aderiscono. Intanto facciamo nostro il messaggio di incoraggiamento di Cesare Cremonini. “Mi è venuto dal cuore”, conclude lui.
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