Gli statunitensi la chiamano la Toscana californiana, ed è grazie a questa bella contea se si è sviluppata una cultura del buon bere in Stati Uniti. Cinquant’anni dopo, è la volta del caffè: la Napa Valley in questo caso, però, è il Sud della California, dove un intraprendete agricoltore ha iniziato a produrre i chicchi di caffè.
Prima del Duemila di coltivazioni simili non ce n’era neanche l’ombra. Adesso si parla invece di 14 varietà di caffè, curate da più di 65 aziende nella zona meridionale del paese che va da Santa Barbara a San Diego. Gli statunitensi, in questo, sono imbattibili: cominciano dal nulla, si appassionano e in poco tempo creano delle nuove tradizioni, solidissime. Ecco perché il prossimo raccolto – che comincerà a maggio – sarà il più redditizio di sempre.
Tra i primi a crederci, Jay Ruskey, fondatore del Frinj Coffee, coltivatore in biologico che ha deciso di puntare su una produzione locale, dopo aver lavorato per anni con diverse piante tropicali. «Negli ultimi sei anni abbiamo piantato più di 100mila piante» ha raccontato al Los Angeles Times. «Nell’estate 2024 avremo un raccolto di circa 8 volte superiore rispetto all’anno precedente, intorno ai 3mila chili».
Naturalmente si parla di numeri piccoli, che non possono essere minimamente paragonati a quelli dei grandi paesi produttori, ma intanto i primi passi sono stati mossi e la qualità dei caffè di Ruskey è stata apprezzata da diversi professionisti del settore. Recentemente, ad esempio, il fondatore della torrefazione Blue Bottle, James Freeman, ha presentato la varietà Gesha di Frinj, coltivata in California, durante la sua esperienza con menu degustazione di caffè a Los Angeles. I campioni baristi di Tokyo Hide Izaki e Miki Suzuki, sempre alla ricerca di esemplari rari e di altissima qualità, hanno visitato Good Land Organics per assaggiare i caffè Frinj.
Quella con l’oro nero, per lui, è un’avventura iniziata quasi per caso: stava lavorando per piantare i litchi e i longan (piante tipiche del territorio cinese), quando il ricercatore Mark Gaskell gli ha dato 40 piante di caffè ricavate da semi del Costa Rica. Ruskey le ha piantate insieme agli alberi da avocado, così da ottimizzare le risorse, acqua e sostanze nutritive. Oggi il suo caffè è servito in molti bar e hotel del paese e altri agricoltori stanno cercando di seguire il suo esempio. Forse è ancora presto per parlare di rivoluzione, ma la strada per un nuovo futuro dell’oro nero è stata spianata.
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