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Breve storia della cacio e pepe "sbagliata" di Pino Daniele (con un ingrediente segreto)

Meglio musicista che cuoco amatoriale. A rivelarlo è il giornalista Franco Schipani che racconta un aneddoto curioso sulla cacio e pepe del cantante scomparso dieci anni fa

“Fatte ‘na pizza c’a pummarola ‘ncoppa, vedrai che il mondo poi ti sorriderà” cantava Pino Daniele che amava mangiare ma non era un asso in cucina. È di qualche giorno fa il racconto inedito del giornalista e critico musicale Franco Schipani che, nella trasmissione Ora Solare di TV2000 condotta da Paola Saluzzi, ha rivelato un aspetto nascosto del grande musicista napoletano, ovvero la sua imperizia ai fornelli: «Noi eravamo terrorizzati». Sì, perché: «Pino da napoletano era convinto che nel suo DNA ci fosse anche quello di cucinare».

La cacio e pepe alla napoletana

Ma sembra che non fosse proprio così, Schipani racconta: «Quando veniva a casa nostra in ufficio entrava e faceva: “Oggi vi faccio una cacio e pepe alla napoletana”». La cacio e pepe, quasi quanto la carbonara, è una delle ricette più dibattute di tutta Italia, soprattutto nelle regioni del centro. Non è questione di ingredienti, è questione di procedimento: tutti vogliamo la cremina, ma in pochi sanno farla. Eppure, a sconvolgere gli animi e i palati dei fissati per la scientificità della ricetta arriva quella pensata da Pino Daniele, Schipani ricorda: «La cacio e pepe napoletana in natura non esiste, soprattutto quando uno ti chiede: dov’è l’origano?».

Pino Daniele, il cibo e il vino

Cacio e pepe a parte, Pino Daniele era un amatore della cucina italiana. Dopo la pizza napoletana e la ‘Na tazzulella ‘e cafè, in un’intervista all’ Eco di Bergamo nel 2009 aveva di chiarato di essere un grande consumatore sì di caffè, ma soprattutto  di tè verde a colazione, accompagnato da qualche biscotto, e anche estimatore della polenta: «Mi piace molto, ma ci vuole quello che la sa fare». Oltre alla passione per il tè verde e il caffè, Daniele era amante del vino, soprattutto quello della Toscana, terra che l’ha accolto per buona parte della sua vita. Il sito del Consorzio del Brunello, in un articolo del 2016, ricorda, con le parole di Miguel Dell’Acqua, proprietario di Assomusica, l’amore del cantautore: «Il ricordo più nitido che ho di Pino è semplice: lui, a ogni concerto chiedeva sempre di avere una bottiglia di Brunello di Montalcino in camerino. Penso che fosse il suo vino preferito».

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