Nome: panettone. Luogo di nascita: Milano; cittadinanza? Italiana, naturalmente. Non ci sono dubbi circa le origini del lievitato delle feste, il dolce simbolo del Natale italiano che ormai da tempo sta conquistando tutto il mondo, tanto da aver surclassato il classico Christmas pudding nel Regno Unito. Sarebbe logico, quindi, pensare che sia proprio la Penisola il maggior produttore al mondo… e invece non è così: a detenere il primato è il Brasile, con una produzione media annua di 200 milioni di pezzi.
«Il Brasile ha una produzione quadrupla rispetto all’Italia grazie alla standardizzazione» spiega il Centro Studi Assaggiatori, società cooperativa fondata nel 1990 con l’obiettivo di mettere a punto metodi di analisi sensoriale. Una standardizzazione basata in particolare «sulla sostituzione della madre acida con lieviti selezionati. Mentre noi italiani stiamo veleggiando verso una valorizzazione del processo antico, molto più difficile da governare, ma foriero di una variegatura di aromi impagabile». Secondo posto nella classifica mondiale spetta al Perù (dove il panettone viene consumato tutto l’anno), mentre all’Italia tocca la medaglia di bronzo, guadagnata con 50 milioni di pezzi l’anno.
Quando si stilano classifiche simili, ovviamente bisogna tenere conto che si tratta di numeri assoluti, che non prendono in considerazione la proporzione tra attività, abitanti, estensione di un Paese. Quel che certo, però, è che i brasiliani vanno matti per il panettone.
Ma perché il dolce italiano piace così tanto? Gran parte del successo è legato a Luigi Bauducco, imprenditore morto nel 2020, originario di Torino e migrato in Brasile negli anni ’50 insieme ai genitori. Come destinazione la famiglia scelse Minas Geiras, San Paolo, dove diede vita a un’azienda di dolci che in breve tempo divenne popolarissima in zona, famosa soprattutto per il grande lievitato; nel tempo, Bauducco arrivò a produrre ben 70 milioni di panettoni l’anno, rendendo così la specialità natalizia italiana conosciuta in tutto il paese.
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