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Le repliche

"I dazi ci preoccupano, ma ci difenderemo". Da Bottura a Cotarella, tutti contro Donald Trump

I grandi della cucina e del vino italiano criticano i dazi promessi dal presidente degli Stati Uniti. Massari: "Rendono tutti più poveri, compreso chi la fa"

  • 02 Aprile, 2025

Dallo chef internazionale Massimo Bottura all’enologo Riccardo Cotarella, passando per il pasticcere Iginio Massari, il grande pizzaiolo Franco Pepe e l’imprenditrice dell’olio Maria Francesca Di Martino. Tutti contro i dazi (promessi) di Donald Trump. I cinque professionisti, tra gli otto nominati dal Governo Meloni, per la prima volta, come Maestri della cucina italiana durante una premiazione a Palazzo Chigi, replicano alla minaccia che potrebbe arrivare dagli Stati Uniti.

“Penalizzeranno in primis gli statunitensi”

I dazi? «Mi preoccupano, ma dovrebbero preoccupare anche gli americani che adorano l’Italia», dice Massimo Bottura ai giornalisti radunati davanti Palazzo Chigi. «Noi appena usciamo dai nostri confini – aggiunge – il mondo intero ci guarda con occhi ammirati e innamorati. Per gli statunitensi, i dazi, sono un grande problema». La premier Meloni ha promesso «reazioni» nel caso entrino in vigore, ma secondo Riccardo Cotarella «è difficile immaginare che gli statunitensi siano disposti, anche a fronte di un 25 per cento in più, a rinunciare al piacere di bere un vino italiano. Speriamo che non arrivino, ma se arriveranno sicuramente ci difenderemo con la qualità del nostro lavoro». L’enologo è certo che il vino «sarà più forte di questa discriminazione finanziaria che il governo italiano sta cercando di introdurre».

Le guerre commerciali impoveriscono tutti

L’annuncio, poi ritirato, di applicare dazi fino al 200 per cento sull’import dei vini – dice Massari – «è una cosa totalmente esagerata». Un’eventuale guerra commerciale «rende tutti più poveri, compreso chi la fa». Ma c’è anche un altro problema che va avanti da tempo, spiega il pasticcere, ovvero l’aumento esponenziale del prezzo delle materie prime, dovuto anche alla crescita dell’inflazione. «Nel mio campo c’è un problema con il cioccolato, l’anno scorso il cacao grezzo costava duemila dollari alla tonnellata, adesso costa 12mila. Non penserete che sia un aumento da poco?».

I dati, continua Maria Francesca Di Martino, che produce olio in Puglia, «non ci fanno piacere, ma non è detto che non riusciamo a trovare qualcosa di buono anche in questo caso. Certo che se possiamo evitarli, li evitiamo alla grande». E Franco Pepe, uno dei più grandi pizzaioli d’Italia, premiato con i Tre Spicchi dal Gambero Rosso, ricorda «che la nostra creatività va al di là dei dazi, non abbiamo paura, l’importante è fare rete e dialogare con le istituzioni».

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