È prodotta in terra abruzzese la migliore birra del concorso professionale belga Brussels Beer Challenge. A fregiarsi del titolo è la strong ale ambrata Millican Extra del birrificio Mezzopasso situato nei pressi di Popoli, nella provincia di Pescara.
L’evento è arrivato alla dodicesima edizione e viene considerata una competizione tra le più prestigiose al mondo. Una kermesse che ha messo in competizione oltre 1.800 birre provenienti da 37 paesi, degustate da un panel di cento esperti. Tutte le birre partecipanti sono state degustate nel corso di un totale di tre giorni di assaggi e sono state suddivise in base a origine, tipologia e stile. Alla fine, le migliori sono state premiate con una medaglia d’oro, d’argento o di bronzo nella rispettiva categoria.
Quella di quest’anno è stata colorata dal successo delle birre tricolore che ha portato a casa 37 medaglie preceduta dal Belgio (che ne ha vinte 81) e davanti all’Olanda (con un totale di 34). Gabriele Di Marcantonio, fondatore assieme all’ex compagno di scuola Bernardo Perfetti, del birrificio Mezzopasso si è dichiarato entusiasta del riconoscimento ottenuto conferitogli “da concorso internazionale che, insieme a quello di Norimberga, è tra i più importanti d’Europa” .
“Un trofeo che dà grossa energia e fiducia a noi che lavoriamo duro tutti i giorni” ha dichiarato. “I concorsi – ha continuato – ti danno visibilità al di fuori del tuo contesto solito di lavoro e con questo premio ci aspettiamo una risonanza abbastanza ampia”. Parlando del mondo della birra artigianale lo ha descritto come un mondo che “si sta un po’ allargando e si sta ritagliando una sua nicchia di valore”.
Parlando del consumo pro-capite Gabriele ha spietato che rimane ancora “tra i più bassi in Europa”, sottolineando le difficoltà che sussistono ancora in un mondo come il suo. “in pochi – ha dichiarato – hanno disponibilità di grossi budget per fare marketing su grande scala e quindi il mercato rimane molto locale”, nonostante afferma che la qualità del prodotto nel nostro Paese si sia molto alzata di molto e che ci sono anche “i riconoscimenti europei degli ultimi anni” a dimostrarlo.
“La discriminazione più grande che viviamo in Italia – ha detto Gabriele – è che il vino non paga le accise, invece noi sì, anche se dopo il covid per i piccoli produttori un po’ sono diminuite”. Esiste, secondo Gabriele, ” una sorta di protezionismo sui prodotti che attirano di più” e quindi “soffrono la competizione anche delle birre estere provenienti da Paesi di grande tradizione birraia” che godono degli stessi “vantaggi” del vino in Italia.
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