La battaglia dei biscotti tra Barilla e le aziende Tedesco e Sapori Artigianali non è ancora chiusa. Come riporta Il Fatto Alimentare, il 18 marzo scorso il Tribunale di Brescia ha respinto, in secondo grado, il reclamo dell’azienda del Mulino Bianco a favore di Tedesco (azienda produttrice di biscotti secchi) e Sapori Artigianali (azienda che distribuisce i biscotti a marchio Il Borgo del Biscotto), dopo che in primo grado, lo scorso febbraio, le aveva dato ragione, come avevamo già spiegato qui.
Il Tribunale di Brescia, infatti, aveva emesso un’ordinanza che imponeva il divieto di produzione e distribuzione, a Tedesco e Sapori Artigianali, dei biscotti “fake” molto simili a quelli prodotti da Barilla, in particolare Gocciotti, gli Amiconi e i Maramao, a partire dal 5 febbraio scorso con il pagamento di una penale di 15 euro per ogni eventuale pacco di biscotti vietato immesso sul mercato e con il pagamento, inoltre, di una multa di 5mila euro per ogni giorno di ritardo nel rispetto dell’ordinanza del Tribunale.
La battaglia iniziava nel giugno 2023 quando Barilla chiedeva al Tribunale di Brescia di vietare la vendita – con ritiro dal commercio – di una serie di biscotti (Tondolotti, Amiconi, Raggi di Sole, Maramao, Armoniche, Gocciolotti, Cruschetti, Zuccheri, Tuorlini e Biscotti con cereali e frutta) prodotti dalla Tedesco e distribuiti da Sapori Artigianali perché imitavano nella forma e nel packaging quelli prodotti da Barilla, nella fattispecie Macine, Abbracci, Campagnole, Molinetti, Galletti e Tarallucci, i Pan di Stelle, le Gocciole Pavesi, e Gran Cereale e i Gran Cereale Frutta. Barilla otteneva l’approvazione della richiesta dal Tribunale solo sulle tre tipologie su citate, per il resto dei biscotti incriminati, si imponeva alle aziende concorrenti di cambiare il packaging delle confezioni.
Come riporta Il Fatto Alimentare, le ragioni per cui il Tribunale di Brescia ha rigettato le richieste di Barilla in secondo grado, si sintetizzano nel termine di “volgarizzazione”: le forme dei biscotti incriminati sono utilizzate da molti produttori e il consumatore non è in grado di risalire alla paternità dell’aspetto dei prodotti e riferirle al marchio della Barilla, come specificano i Giudici stessi: «Proprio a fronte del sovraffollamento del mercato di riferimento non vi siano, allo stato, sufficienti elementi per ritenere che il packaging di Tedesco oggetto di contestazione possa produrre non solo un effetto confusorio ma anche solo un effetto di agganciamento con il packaging di Barilla». Inoltre, il secondo rifiuto per Barilla da parte del Tribunale arriva anche per il carattere d’urgenza che la stessa azienda aveva chiesto nell’espletare le operazioni: è stato dimostrato che già dal 2016 Barilla era a conoscenza dei biscotti incriminati immessi sul mercato, per cui la richiesta dell’urgenza è venuta subito a decadere.
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