Non solo provvedimenti a sostegno di pesca e viticoltura per contrastare specie aliene e malattie: il Consiglio dei Ministri del 7 agosto ha anche approvato un Disegno di legge per l’istituzione del Premio di Maestro dell’arte della cucina italiana. “Un Disegno di legge che ritengo importante, per conferire agli artigiani che si occupano di pasticceria, gelateria, del settore olivicolo e di quello vitivinicolo, un titolo di riconoscimento da parte del Governo rispetto alla loro qualità” dice il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità e delle Foreste Francesco Lollobrigida.
Conferito annualmente a coloro che si siano distinti nel campo della gastronomia “e, con la loro opera, abbiano esaltato il prestigio della cucina italiana, contribuendo a valorizzare l’eccellenza nazionale”, il premio è un ulteriore tassello in quel progetto di valorizzazione della nostra gastronomia che passa – tra le altre cose – anche per la nascita della Giornata della Ristorazione Italiana, la definizione di un Manifesto della Ristorazione, e la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco.
“Un viaggio di almeno due anni che ci permetterà di raccontare in Italia e nel mondo quello che rappresenta la cucina in termini di storia, di ricerca, di cultura, di biodiversità, di produzioni tipiche” lo ha definito il Ministro Lollobrigida qualche giorno fa, durante la presentazione del logo – in realtà un’illustrazione – “una padella dalla quale saltano fuori, insieme alla pasta, la pizza, l’olio, i formaggi e così via, anche i profili di tanti beni culturali della nostra Nazione, dalla Torre di Pisa al Colosseo”, insomma: una padellata di luoghi comuni. Mancano la tovaglia a quadretti e il mandolino, ma quelli c’erano già (più o meno virtualmente) nella famigerata campagna Open To Meraviglia che tanti meme e polemiche ha scatenato.
Così come per la nascita del Ministero dell’Agricoltura e Sorvranità alimentare e forestale, che ha accompagnato la nomina di Francesco Lollobrigida al dicastero di via XX settembre, anche questo premio pare ricordare da vicino – almeno nel nome – il Mof dei cugini d’oltralpe, il concorso per i Meilleurs Ouvriers de France, ovvero i migliori artigiani del paese, istituito dal Governo francese nel 1924 per fronteggiare la crisi dei mestieri manuali nel primo dopoguerra. Il premio, a cadenza quadriennale, è destinato alle 162 categorie artigiane, tra cui anche casari, pasticceri e chef che si preparano duramente per passare le selezioni e superare le prove teoriche e pratiche, ed entrare nell’Olimpo della grande cucina. Nel nel corso del tempo, infatti, il titolo è andato ad alcuni dei più grandi nomi del panorama francese. Chissà se questo nuovo premio riuscirà a fare lo stesso?
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