Gli instant noodles, quei veloci e convenienti pacchetti di noodle precotti che richiedono solo l’aggiunta di acqua bollente, stanno diventando una presenza onnipresente sugli scaffali dei supermercati e nelle pubblicità televisive in tutto il mondo. E proprio per la loro diffusione sono oggi considerati uno dei più inquietanti “pericoli alimentari” su scala globale. A lanciare l’allarme è il Guardian che con una dettagliata inchiesta mette in guardia dai pericoli connessi alla loro diffusione.
La moda degli instant noodles ha raggiunto da qualche tempo anche il mercato occidentale, presentandosi come una soluzione facile e veloce per coloro che cercano pasti caldi e gustosi con poco tempo e denaro a disposizione. In occidente, vengono spesso venduti in ciotole o tazze, mentre in altre parti del mondo, i consumatori versano semplicemente l’acqua nella stessa busta che li contiene, insieme al condimento che trasforma l’acqua in brodo.
Tuttavia, dietro a questa comoda tendenza, si nascondono crescenti preoccupazioni da parte di nutrizionisti e sociologi. L’azienda giapponese Nissin, inventrice degli instant noodles nel 1958, potrebbe non aver previsto il fenomeno globale che avrebbero generato, in particolare nei paesi in via di sviluppo, diventando una possibile causa di un aumento significativo delle malattie legate all’ipertensione nelle prossime generazioni.
Il Guardian ha lanciato un allarme attraverso un’inchiesta sulla popolarità in crescita degli instant noodles in Africa, Sud America e alcune parti dell’Asia, dove non fanno parte delle diete tradizionali. I nutrizionisti sono preoccupati per il loro legame con l’aumento delle malattie non trasmissibili, in particolare quelle cardiache, a causa dei livelli elevati di sale presenti in questi prodotti.
Secondo svariate indagini, i principali consumatori di questo cibo precotto sono gli studenti che in alcune parti del mondo si nutrono esclusivamente di instant noodles, consumandone persino due pacchetti a pasto. Due confezioni, consumate insieme, equivalgono a circa il 118% dell’apporto giornaliero raccomandato di sodio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Questo eccesso di sale nei noodles istantanei li rende un potenziale contribuente alle malattie cardiovascolari, aggravato dall’uso continuato e prolungato.
L’inchiesta del Guardian ha evidenziato come questa tendenza stia rapidamente diffondendosi in diverse regioni del mondo. Dati della World Instant Noodles Association mostrano un aumento significativo della domanda in paesi come la Nigeria, il Kenya, la Colombia e l’Egitto. La Nigeria, già il più grande consumatore africano di instant noodles, ha visto un aumento del 53% nella domanda tra il 2018 e il 2022, passando da 1,82 miliardi a 2,79 miliardi di porzioni.
La popolarità degli instant noodles è alimentata dall’accessibilità e dalla convenienza, specialmente in periodi di crisi come la pandemia di Covid e la crisi del costo della vita. Tuttavia, gli esperti sottolineano i rischi associati a questi prodotti ultra-processati, compresi i livelli elevati di sale, spesso nascosti nelle tattiche di marketing.
La Corea del Sud, ad esempio, ha esportato un record di 785 milioni di dollari di noodles istantanei nei primi 10 mesi del 2023, evidenziando la crescente domanda anche nei paesi più ricchi. Nonostante i rischi nutrizionali, il marketing aggressivo, l’onnipresenza e la convenienza degli instant noodles continuano ad attrarre consumatori di tutte le età.
Mentre il gusto studiato e la comodità degli instant noodles potrebbero sembrare irresistibili, è essenziale considerare attentamente gli impatti sulla salute associati a un consumo eccessivo e prolungato di questi prodotti. Con il loro odore accattivante e il richiamo a emozioni positive, gli instant noodles potrebbero essere più insidiosi di quanto sembrino, rappresentando una minaccia silenziosa per la salute pubblica su scala globale.
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