Dopo acqua e limone al mattino, è il turno dell’acqua di okra, l’ultima tendenza salutista che impazza sui social. Detta anche gombo, si tratta di una verdura dell’Africa dell’est diffusa anche nella cucina bulgara e greca, da un po’ di tempo disponibile in diverse frutterie e banchi del mercato italiani. Appartiene alla famiglia delle Malvaceae (malva, cacao, cotone…) e nella forma ricorda un po’ una zucchina, ma dalla punta sottile: si mangia tradizionalmente stufata, con sugo piccante o tagliata a rondelle e fritte, ma ora le nuove generazioni la infondono in acqua per ottenere una bibita benefica.
C’è sempre un nuovo infuso portentoso da provare. Su TikTok e Instagram l’okra sta vivendo un momento di gloria, grazie alle sue tante qualità: sembra che aiuti a migliorare la digestione, regolare il livello di zuccheri nel sangue, potenziare la fertilità femminile e si dice persino che possa alleviare i dolori del travaglio. La particolarità dell’okra consiste nella presenza di mucillagine vegetale, una fibra viscida presente anche nelle alghe e nei cactus che, se immersa in acqua, «forma una sostanza gelatinosa, proprio come farebbe nel tratto digestivo» ha spiegato la dietista Chelsea Rae Bourgeois al Guardian.
Per preparare l’acqua di okra, bisogna immergere a freddo i baccelli crudi e affettati e lasciar riposare per una notte. Al mattino si filtra tutto e si beve il magico bibitone: che il gombo abbia delle proprietà è innegabile, ma queste possono essere assunte anche con un bel piatto di zuppa o un’altra pietanza più golosa, senza bisogno di ricorrere all’acqua. Anzi: «Se non mangi anche le fette di okra, stai perdendo un bel po’ di nutrienti». Meglio quindi assicurarsi di cucinare la verdura una volta bevuta l’acqua. A ogni modo, secondo la nutrizionista l’okra è ricca di fibre, vitamina C, magnesio e acido folico, «contiene poi composti antiossidanti e antinfiammatori che supportano l’apparato digerente. Inoltre, aiuta a controllare il livello di zucchero nel sangue».
Il contenuto di acido folico è ciò che lega la verdura alla gravidanza, ma la dottoressa sottolinea che per ottenere i 600 microgrammi giornalieri raccomandati durante la dolce attesa, se ne dovrebbe consumare quasi 1 chilo al giorno. La scelta migliore per le future mamme restano alimenti come «lenticchie e spinaci», da abbinare agli integratori. Si dice anche che il gombo sia utile per la fertilità femminile, ma Bourgeois ritiene che cavoli e cipolle rosse facciano lo stesso lavoro, «anche se spero che l’acqua di cipolla non diventi mai un trend su TikTok». E le dicerie sul travaglio? «L’idea che mangiare alcuni cibi possa aiutare risale già al Quattrocento, ma è più un concetto folcloristico che un fatto scientifico».
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