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Cibo dal Sud America? Lollobrigida dice no all'accordo con Mercosur. Europa spaccata

Francia e Italia si sfilano dal patto economico-commerciale più importante al mondo: "I prodotti sudamericani non rispettano gli standard ambientali europei". Gli agricoltori tornano in piazza

  • 19 Novembre, 2024

Dopo 25 anni di trattative, il G20 di Rio de Janeiro (18-19 novembre) sarebbe stato lo scenario ideale per annunciare il via libera all’accordo di libero scambio tra Unione europea e Mercosur (che comprende Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), ma i clacson dei trattori tornano a farsi sentire a Bruxelles. Proprio il negoziato, infatti, rischia di diventare il nuovo terreno di scontro in Europa, dove le proteste dello scorso febbraio hanno lasciato il segno.

E, infatti, la Francia, dove i trattori sono già scesi in piazza arrivando alle porte di Parigi, è stata la prima a sfilarsi: «Non possiamo chiedere ai nostri agricoltori di cambiare le loro pratiche, di smettere di usare certi prodotti fitosanitari e allo stesso tempo aprire il nostro mercato a massicce importazioni di prodotti che non rispettano gli stessi standard», ha detto il presidente Emmanuel Macron. La presa di posizione del capo dell’Eliseo è stata seguita a ruota – e a sorpresa – dal fronte sovranista italiano mentre ad appoggiare convintamente l’accordo restano, Germania e Spagna.

Lollobrigida dice no all’accordo con il Mercosur

Le parole del ministro italiano dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida non lasciano dubbi: «Così come è impostato il trattato Ue-Mercosur non è condivisibile. Pur auspicando un mercato più aperto e regolato da trattati, è evidente che le attuali economie, organizzazione del lavoro e rispetto delle norme di carattere ambientale siano estremamente differenti tra i due contesti. Le crisi geopolitiche – continua il ministro – hanno già drammaticamente indebolito ulteriormente il nostro settore primario che difficilmente potrebbe reggere un impatto di importazioni a costi di produzione e quindi prezzi decisamente più bassi. Va verificato a monte l’adeguamento nei Paesi aderenti al Mercosur agli stessi oneri che imponiamo ai nostri agricoltori in termini di rispetto dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente».

Le sue parole arrivano dopo quelle di Coldiretti, la cui linea è arrivata come un diktat alla vigilia del G20 di Rio: «Pesano concorrenza sleale e rischi per la salute, dall’uso di sostanze vietate all’impiego degli ormoni negli allevamenti fino allo sfruttamento dei lavoratori. Senza la garanzia della reciprocità delle regole l’accordo Mercosur non può essere sottoscritto, poiché causerebbe gravissimi danni all’agroalimentare italiano ed europeo, con potenziali rischi anche per la salute dei consumatori». Ma gli alleati di Governo provano a mediare, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ribadisce come l’Italia sia «favorevole» all’accordo, ma ci siano «ancora punti non di pieno soddisfacimento».

Che cosa prevede il trattato

L’accordo – attualmente sospeso, ma su cui si era trovato una quadra nel 2019 – prevede la liberalizzazione sui dazi per il 90% dei beni dall’Ue verso il Mercosur, e del 91,2% viceversa, ma soprattutto sarebbe il patto economico-commerciale più importante al mondo, dal momento che riguarda ben 717 milioni di consumatori.
Per l’Italia, i settori che ne avrebbero maggiore beneficio sarebbero automobili, abbigliamento e vino. Quest’ultimo, infatti, beneficerebbe di una graduale eliminazione dei dazi (con tempistiche diverse a seconda delle tipologie), attualmente al 20%, a fronte dei nostri competitor dell’area latina che hanno accesso a questo mercato a tariffa zero. Tra gli altri benefici, il riconoscimento delle Indicazioni geografiche e lo snellimento delle pratiche burocratiche per l’importazione.

Bruxelles – manifestazioni Agrifish 26 marzo 2024 – foto Bap

Tra le criticità l’uso dei pesticidi

I contraccolpi maggiori, invece, potrebbero riguardare le coltivazioni di soia, mais e canna da zucchero, oltre che carne bovina e pollame. A far discutere sono, infatti, gli standard di sostenibilità e l’uso di pesticidi: molte sostanze chimiche vietate in Europa sono ammesse in Sud America (molte delle stesse vendute proprio dai paesi europei). Ed è su questo che si stanno focalizzando le proteste degli agricoltori degli ultimi giorni. Visto come sono andate le cose l’ultima volta – quando per andare incontro agli agricoltori fu ritirata proposta di regolamento dei fitofarmaci – difficile pensare che finirà diversamente: le immagini di una Bruxelles messa a ferro e fuoco sono ancora ben presenti negli occhi di Von der Leyen. Il Mercosur può attendere ancora.

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<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.

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