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Climate change

Il cambiamento climatico spinge la Doc Montecucco in alta quota. Al via l'inclusione dei vigneti di montagna

Sono 7 i comuni della denominazione interessati dal progetto di ridefinizione degli areali produttivi. L'idea è limitare gli effetti della crisi climatica sulle produzioni e venire incontro a nuove esigenze del mercato

  • 22 Aprile, 2025

Il clima sta giocando brutti scherzi al settore vitivinicolo. Lo rilevano gli ultimi dati Oiv, così come gli esperti del settore del Corso di Alta formazione della Gambero Rosso Academy, e anche recenti studi universitari ma allo stesso tempo i produttori provano a porre rimedio per contenere gli effetti della crisi climatica sulle produzioni. Ed è così che il distretto toscano del Montecucco, denominazione da circa 700mila bottiglie, sta pensando di innalzare l’altitudine ammessa per la coltivazione dei vigneti. Per la Doc toscana, che ha festeggiato nel 2025 un quarto di secolo di storia, e che vanta un tasso del 90% di produzione biocertificata (è del novembre 2024 la nascita del Distretto biologico del Montecucco), si apre un periodo di interessanti novità.

Il progetto in 7 comuni

Il 2025 sarà l’anno in cui sarà portato a compimento il progetto di estensione dell’areale alle zone montane. In particolare, il sangiovese che nasce sulle colline tra il Monte Amiata e le valli maremmane persegue un duplice obiettivo: preservare dai cambiamenti climatici le caratteristiche dei vini inclusi nella Denominazione (Vermentino, Rosso, Rosso riserva, Sangiovese Docg e Sangiovese Docg Riserva) e rispondere meglio ai nuovi trend di consumo. L’ente di tutela sta, infatti, ampliando e ridefinendo l’areale di produzione delle uve destinate ai vini Montecucco Doc e Montecucco Sangiovese Docg. In particolare, si prevede l’estensione dell’attuale areale ai territori amministrativi ad oggi esclusi dal disciplinare. I 7 comuni interessati sono Cinigiano, Civitella Paganico, Campagnatico, Castel del Piano, Roccalbegna, Arcidosso e Seggiano.

Modifica al disciplinare nei prossimi mesi

Il presidente Giovan Battista Basile spiega gli obiettivi e l’iter da seguire: «La proposta di estensione nasce dall’esigenza di adattarci ai cambiamenti climatici in atto. Dopo l’approvazione da parte dell’assemblea dei soci del Consorzio, stiamo sviluppando un progetto concreto che mira a includere le aree montane dei sette comuni produttori nella zona della Denominazione di origine. Ciò comporterà una richiesta formale di modifica del disciplinare, che verrà presentata nei prossimi mesi».

I vantaggi delle alte quote

I nuovi territori che entreranno nella Doc Montecucco, un tempo, erano considerati marginali per la viticoltura. Mentre si sono rivelati adatti a produrre uve di alta qualità per diversi fattori. temperature più fresche, costante ventilazione alle quote elevate che favoriscono una lenta maturazione dei grappoli. La composizione dei terreni vulcanici, inoltre, contribuiscono a conferire caratteristiche uniche ai vini. Novità, come si diceva, utili anche sul fronte della comunicazione e del marketing, alla luce di un’opinione pubblica sempre più interessata ai vini di montagna.

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