Open. Legalità e buon cibo
Quando si parla di sostenibilità il rischio è quello di cadere nella trappola della retorica, quasi che quel termine fosse un paravento sufficiente a promuovere un’impresa. Ma ciò che sta succedendo a Reggio Calabria da qualche giorno allontana ogni dubbio circa la bontà di un’operazione sostenibile che ha portato all’apertura del primo punto vendita etico in una città del Mezzogiorno di cui, purtroppo, non sentiamo parlare spesso. Si chiama Open, e l’insegna vuole essere di buon auspicio per la missione che il locale di via Filippini ha deciso di portare avanti, coniugando il sostegno ai piccoli produttori locali con l’apertura al contributo dei commercianti stranieri presenti in città. Open, quindi, più nello specifico affonda le radici in urgenze che vanno ben oltre il puro e semplice appoggio alla filiera alimentare sostenibile, perseguendo la via della legalità e dell’interculturalità. E la partita si gioca sul campo del cibo, incoraggiando la cooperazione tra piccoli commercianti stranieri e partner locali. Così ad accogliere i clienti nello spazio ideato dall’Associazione International House ci sono ragazzi italiani e stranieri che lavorano insieme e presentano l’ampia gamma di prodotti in vendita sugli scaffali, frutto di un’attenta selezione sul territorio locale, nazionale e mediterraneo.
I prodotti. Eccellenze italiane e cibo etnico
Perché in fondo, superate le presentazioni di rito, da Open si arriva soprattutto per acquistare specialità enogastronomiche e prodotti d’eccellenza, molti in arrivo dal circuito equo solidale, altri rintracciati nel circuito Slow Food. L’accento è posto sulle referenze italiane, da Nord a Sud della Penisola: dal succo di mela biodinamico Zolla14 ai capperi di Salina, dal miele invecchiato in barrique di Ancona alla fava cottoia di Modica, alla frutta e verdura a km 0 di BioAgri. Ancor più attinenti al criterio di territorialità sono i prodotti a marchio Calabria Solidale, la onlus che dal 2012 riunisce tutti i produttori regionali che hanno scelto di perseguire legalità, trasparenza, solidarietà, rispetto del lavoro e tutela dell’ambiente. Principi tutt’altro che scontati. E infatti Open si propone soprattutto di denunciare i casi, ancora troppo frequenti, di sfruttamento della manodopera straniera, proponendo invece un’alternativa fondata sulla collaborazione e sulla valorizzazione del lavoro, che promuove al tempo stesso la filiera del prodotto, raccontandone la storia “in uno spazio articolato come un racconto da vivere” sostengono gli ideatori.
Progetto Open. L’integrazione si fa con la qualità
D’altronde l’iniziativa fa capo a un progetto più ampio – Open, tante vie per l’integrazione – sostenuto da Fondazione con il Sud per sperimentare nuove forme di inclusione sociale degli immigrati e fare della Calabria una “terra d’accoglienza”. Per esempio offrendo agli stranieri lavori utili per la comunità, dalla cura del verde pubblico ai servizi di promozione del territorio calabrese. E ora si aggiunge anche il negozio di cibi d’eccellenza, “perché l’integrazione si fa attraverso la cultura che promuove la qualità”.
Open | Reggio Calabria | via Filippini angolo Giudecca, 23/25 | http://assinternationalhouse.it/open/
a cura di Livia Montagnoli
Foto di Marco Costantino