Ai Castelli Romani c'è una trattoria genuina nascosta dentro a una casa privata

25 Giu 2024, 14:09 | a cura di
Vi raccontiamo di come si sta bene al Ristorante Privato A Casa Mia tra Montecompatri e Grottaferrata, per la precisione nella frazione di Molara, una casa privata con cucina aperta al pubblico

Oggi, ammettiamolo, è quasi una missione impossibile capitare per caso in un ristorante e mangiare pure male. Insomma, bisogna proprio impegnarsi non poco per andare alla cieca, considerata la mole di informazioni (testi e foto) che si trovano in rete tra riviste di settore, social e blog dedicati. In questo flusso continuo di comunicazione a tema food sembra quasi impossibile stupirsi perché pare che tutto sia già stato visto o scritto e allora quando capita di scovare dei posti quasi fuori dal mondo, certe oasi di pace lontane anni luce da qualunque scia modaiola, siamo sempre un po’ combattuti nel decidere se parlarne o meno. E mica perché i posti in questione non meritino di essere raccontati. Giammai! Il dubbio ci viene perché vorremmo che sempre in pochissimi ne conoscessero l’esistenza, per essere certi di trovare sempre quella sorta di riserva indiana. Ma, sebbene Natale sia ancora molto lontano, ci sentiamo comunque parecchio buoni e vi raccontiamo di come si sta bene al Ristorante Privato A Casa Mia tra Montecompatri e Grottaferrata, per la precisione nella frazione di Molara.

Una casa con cucina

Da Roma il viaggio è di quelli che una volta le famiglie capitoline facevano la domenica per la “gita fuori porta” che spesso era ai Castelli Romani. Aria fresca, vinello buono e spazi verdi dove consumare quello che si era preparato a casa o, per i più fortunati, c’era il tavolo nella fraschetta ad attenderli. Comunque digressioni malinconiche a parte, calcolate una quarantina di minuti e soprattutto occhio al navigatore perché nell'ultimo tratto della Tuscolana, il segnale scompare e bisogna andare un po’ a tentoni. E si continua così, senza segnale, fino all'arrivo ma tutto sommato, l’idea di entrare in una zona “franca” dove neanche i ripetitori dei gestori telefonici hanno la meglio, è uno di quegli indizi che possono farti capire che forse non farai il miglior pasto della tua vita ma almeno godrai di qualche ripetuto attimo di pace e relax. Comunque, alla fine – con o senza campo – si arriva in questa trattoria che, come per tutti i posti da scovare, non ha un’insegna né lungo la strada e neppure sul posto. C’è un cancello aperto, si entra: a destra una casa di campagna bassa con un bel patio e sinistra un parcheggio molto ampio dove lasciare la macchina all’ombra sotto grandi alberi di ciliegie. Il posto, che a volerlo definire rustico ci si concede quasi una licenza poetica, da fuori ma pure una volta entrati a dire il vero, non ricorda particolarmente una trattoria ed in generale nulla che abbia a che fare con un’attività ristorativa. La definizione forse più adatta è quella di casa con cucina, che certo fa svanire un po’ di romanticismo visto che suona come certi annunci immobiliari, ma tant’è. È una casa, con una grande sala da pranzo dove ci si siede nei posti liberi e a chi chiama per prenotare la risposta dall’altro capo del telefono è “Ma si, stai tranquillo che il posto c’è e se non c’è lo troviamo”. Nell’era delle reservation online da fare un mese prima e con carta di credito a garanzia, una risposta del genere è una sorta di buona novella.

Il menu semplice con gli gnocchi fatti in casa

Comunque, che sia dentro o fuori sul patio, il posto si sceglie in autonomia. Ci si accomoda e si aspetta che arrivi Marco che porta acqua e pane d’ordinanza e spiega come funziona. “Se volete un antipastino c’abbiamo salumi, formaggi e olive. Di primi oggi mamma ha fatto le linguine col tonno e gli gnocchi di patate con sugo di carne. Per secondo c’abbiamo fettina panata, baccala al forno con le patate e arista di maiale. Contorni: insalata e cicoria.” Marco va spedito, ha parecchio da fare perché della sala se ne occupa da solo ed i tavoli da servire a pranzo in quel torrido venerdì di metà giugno sono tanti. Per lo più gente in pausa pranzo, trasfertisti, parecchi i clienti fissi tra cui un signore che diversamente dagli altri avventori, preferisce mangiare dentro scegliendo opportunamente un bel tavolo fronte tv. “Mettime al primo canale Marco, fa’ il favore che mo’ danno il Telegiornale”. L’avevamo detto che trattasi di una casa con cucina…!

Arrivano i piatti. Linguine al tonno, gustose di quelle che un po’ tutti siamo capaci di farci in casa. Gnocchi, qua c’è poco da scherzare, lo gnocco se fatto male o – peggio ancora – se è quello confezionato, non perdona e s’attacca sotto il palato come una ventosa. Questi no, morbidi e irregolari come spesso è la pasta fatta in casa, belli conditi in questo sugo di carne in cui insieme alla polpa di manzo nel pomodoro c’è finito anche qualche ritaglio poco pregiato. Ma del resto, la cucina casalinga è questa, un’arte rarissima di saper riempire i piatti lasciando la pattumiera il può vuota possibile. Com’è che dicono quelli bravi? Zero waste? Ecco sì, questo.
Il baccalà in umido fatto al forno con le patate, non si è meritato la foto. Tanto brutto quanto buono, con quelle patate ben intrise nel sughetto di cottura di pesce e pomodoro, si è presentato al tavolo talmente poco fotogenico che lo lasciamo alla vostra immaginazione. E poi loro, le fettine panate, fatte a mestiere con la panatura che resta ben attaccata alla carne, belle croccantine nei bordi. Il tutto, da mangiare assieme ad una cicoria ripassata in cui olio e peperoncino sono stati dosati senza timore e patate bollite condite con olio e cipolla. Si finisce con dolcetti e caffè.

Il coraggio di Stefania

Poco prima del caffè, la sala incomincia a svuotarsi ed è dunque possibile fare capolino in cucina per capire chi c’è dietro quegli gnocchi così buoni, ma pure tutto il resto. Ed eccola, armeggiare tra piatti e padelle, la signora Stefania, bellissima col suo turbante rosa ed i guanti gialli 'che il servizio è finito ed è già ora di lavare i piatti. Ci racconta com’è nato questo posto “25 anni fa mi sono separata, due figli e neanche un lavoro. Mi sono dovuta rimboccare le maniche – dice Stefania – senza perdere troppo tempo ‘che le spese erano tante. E così - spiega - visto che avevo questa casa bella grande, ho pensato di fare qualche lavoro e dividerla a metà. Da una parte l’osteria e lì, dietro la tenda ci abitiamo io e mio figlio”. È serafica Stefania mentre ci racconta di come, 25 anni fa ha dovuto mettere le gambe in spalla per pedalare fino ad oggi.

Ci dice che lei arriva in cucina la mattina verso le 9, prima però fa un giro nell’orticello “Ho piantato la cicoria che avete mangiato, i pomodori che metto nell’insalata, qualche zucchina e le melanzane. Ma ‘sto tempo matto ha rallentato il raccolto e allora passo al mercato”. Oggi però è scesa prima del solito perché “c’avevo certe patate caserecce che erano perfette per gli gnocchi!”. Non possiamo darle torto, gli gnocchi era superbi. Ma che Stefania è una che non ama stare con le mani in mano, lo dimostra anche la credenza accanto al camino, che è piena di vasetti di marmellate di frutta, buone per fare le crostate e qualche biscottino da portare insieme a caffè e conto.
Ah sì, il conto! Qui si paga un prezzo fisso: cibo, acqua e vino inclusi, 15 euro a persona.
Sembra uno scherzo, ma fidatevi che è tutto vero.

Ristorante Privato "A Casa Mia" - strada senza nome - 00046 Molara (Rm) - Tel. 06 941 3051

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