Riforma delle Indicazioni geografiche: un boomerang per le private label del vino

14 Apr 2024, 06:01 | a cura di
Con la nuova riforma europea delle Ig, il nome del produttore potrebbe diventare obbligatorio. Una vera rivoluzione nel caso dei prodotti a marchio che, perรฒ, parte da presupposto errato: siamo sicuri che le cantine vogliano metterci il nome?

Lo scorso 28 febbraio, il Parlamento europeo ha votato il testo di un nuovo regolamento che riforma il sistema delle Dop e Igp. Quel sistema รจ nato nel 1992, con il regolamento 2081. Successivamente, รจ stato modificato nel 2006 e da ultimo nel 2012, con il regolamento 1151. In altre sedi, ci siamo occupati di come il senso originario di quegli interventi sia stato piegato a obbiettivi politici via via piรน nazionalistici e meno comunitari, ma dobbiamo constatare che, nel testo approvato dal Parlamento Ue un mese fa, ricorrono alcune ulteriori, preoccupanti e addirittura controproducenti scelte normative.

La reputazione non รจ sempre sinonimo di qualitร 

Tralasciamo qui di occuparci di tutte le questioni di carattere teorico generale, come gli assunti di qualitร  indiscutibile per qualsivoglia prodotto Dop o Igp, quando, semplicemente rimanendo aderenti alla definizione delle due categorie, una specifica, misurabile qualitร  dei prodotti Igp non sia richiesta (bastando anche la mera reputazione) mentre anche per i prodotti Dop la particolare qualitร  derivante dal territorio di produzione risulta fungibile con una o piรน altre caratteristiche salienti. E per constatare plasticamente perchรฉ la reputazione non significhi automaticamente qualitร , รจ sufficiente pensare a quel ristorante recensito benissimo in cui abbiamo mangiato malissimo o in modo tuttโ€™al piรน accettabileโ€ฆ

Piรน visibilitร  ai produttori

Ora, nel testo approvato, il Parlamento Europeo ha inerito un considerando (il 50 punto del preambolo del nuovo regolamento, nello specifico) che recita: Al fine di dare visibilitร  ai produttori dei prodotti designati da indicazioni geografiche, dovrebbe essere obbligatorio indicare sull'etichetta il nome del produttore o, nel caso di prodotti agricoli, il nome dell'operatore. Lโ€™indicazione programmatica, si traduce nel comma 5 dellโ€™art. 37 della proposta di regolamento, che stabilisce il contenuto obbligatorio delle etichette dei prodotti Dop e Igp, recitando:
ยซSe i prodotti agricoli sono designati da un'indicazione geografica, un'indicazione del nome del produttore o dell'operatore appare nellโ€™etichettatura nello stesso campo visivo dell'indicazione geografica. In tal caso, il nome dell'operatore รจ inteso come il nome dell'operatore responsabile della fase di produzione in cui รจ ottenuto il prodotto che deve essere oggetto dell'indicazione geografica o responsabile della trasformazione sostanziale di tale prodottoยป.
Nel caso delle bevande spiritose designate da un'indicazione geografica, un'indicazione del nome del produttore appare nellโ€™etichettatura nello stesso campo visivo dell'indicazione geografica. Queste parole, se diventeranno il testo definitivo del Regolamento (e ci sono ottime probabilitร  che questo accada) sanciranno un cambiamento estremamente evidente per le cosiddette private labelย ovvero tutti quei prodotti che acquistiamo sotto il marchio della catena di supermercati in cui facciamo la spesa.

Cosa ne sarร  delle private label?

Attualmente, se un vino esce sotto unโ€™etichetta di un grande supermercato possiamo vedere chi ha prodotto il vino o perchรฉ viene dichiarato chiaramente o risalendo a lui tramite il sito del Registro nazionale vitivinicolo, a partire dal codice Icqrf che troviamo sula bottiglia nella tipica dicitura: ยซImbottigliato per Coop Italia da CN 9977ยป. Con la nuova norma in vigore, se il vino nella bottiglia รจ un vino Dop o Igp (cioรจ Docg, Doc o Igt) dovrรฒ per forza trovare ยซProdotto per Coop Italia da Ugo Bianchi, Centallo Italiaยป. Tutto bene? Finalmente i produttori valorizzati come meritano, secondo la vulgata gastro-nazionalista imperante? Non รจ affatto detto.

Visibilitร  al produttore: chi ci guadagna?

Dietro la proposta di una norma simile cโ€™รจ il pregiudizio che le grandi catene di supermercati e discount taglieggino i produttori con prezzi da fame senza per di piรน dare loro lโ€™opportunitร  di vedere il proprio nome e il proprio savoir-faire valorizzati adeguatamente. La realtร  รจ diversa e sicuramente piรน articolata. Per piรน di un produttore, una linea di prodotto private label - con fornitura costante e pagamenti puntuali, perchรฉ la Gdo funziona sotto questo punto di vista meglio dellโ€™Horeca - rappresenta il cash cowย aziendale: magari non sono tanti soldi, magari non sono nemmeno pochi e maledetti, perรฒ sono subito, cioรจ sono puntuali. Con quei soldi si pagano i mutui e gli stipendi, garantendo il lavoro e gli investimenti che servono a produrre i vini top, che escono sotto il nome della cantina e del produttore, magari meritando allori e recensioni entusiastiche, corroboranti una reputazione impeccabile. Ecco, se domani mattina quella linea o quelle linee private label saranno manifestamente, direttamente riconducibili alla ragione aziendale di chi produce anche vini, sotto le stesse denominazioni o indicazioni geografiche, magari venduti sullo stesso scaffale a prezzi ben diversi, consentendo un paragone allโ€™impronta, chi ci guadagnerร ? Tutto ciรฒ andrร  a vantaggio dei produttori viticoli finalmente valorizzati a dovere, come vanno ripetendo certi portabandiera a Strasburgo di ben note agende politiche nazionali? Non sembra affatto scontato.

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