A Milano un ecuadoriano e una cubana aprono un'enoteca di vini naturali

6 Mag 2024, 06:13 | a cura di
Apre in via Solari Enoteca Shiua, che offrirà solo ed esclusivamente vini naturali e succhi biologici. Daniel e Yelines, al loro primo viaggio nell'accoglienza, cercheranno di far cambiare idea a chi pensa che il vino naturale sia meno buono di quello classico

È senza ombra di dubbio, uno dei simboli della cultura italiana. Una tradizione con origini antichissime che nel tempo è diventata un vero e proprio patrimonio della nostra cultura. Talmente tanto che alcuni vigneti, sono stati considerati così pregiati da diventare patrimonio dell’Unesco. Sono tante le persone che amano il vino, grande protagonista della cucina popolare e gourmet. Va detto, però, che se la maggior parte apprezza più che altro la classica bottiglia di Amarone o Prosecco, c'è anche chi preferisce prodotti artigianali. A fare la differenza è soprattutto il metodo di produzione: il vino naturale nasce anche in contrapposizione alla grande industria, con l'ambizione di produrre vino con meno interventi in vigna e cantina.

Shiua Milano, la nuova enoteca di vini naturali

Tra coloro che hanno scelto questo genere di proposta per i propri clienti, ci sono Daniel e Yelines, lui ecuadoriano e lei cubana, che venerdì 3 maggio aprono il loro piccolo sogno: il suo nome è Shiua Milano, un locale in via Solari 43 a Milano, dove per l’aperitivo offriranno ciò che hanno sempre voluto.

«Sarà un’enoteca di mescita di vini naturali - ci racconta Daniel -  ai quali aggiungeremo una piccola gastronomia. L’idea è quella di mescolare sapori e gusti italiani con quelli della mia terra e quella di mia moglie. Vorrei riuscire a spiegare e a far capire alle persone cosa significa davvero naturale, perché spesso pensano che sia qualcosa di molto diverso da quello che in realtà è. Spesso senti dire che il vino naturale puzza, ma questo non è vero, se è fatto bene».

Niente chimica nei vini naturali

Come si diceva precedentemente, è il procedimento che cambia: «Qui non c’è la chimica, né sul campo né in cantina. L’unico intervento che fa l’uomo è accompagnare la vinificazione: quindi vendemmiare, metterlo in cantina, fare la pressatura. Lo segue, insomma, nel suo diventare vino, ma solo per non farlo diventare aceto, in poche parole. Purtroppo, però, alcuni spacciano l'odore forte come caratteristica tipica dei vini naturali quando non lo è. Ma il mondo naturale non è estremo, non deve essere spiacevole, ma tutto il contrario: deve essere gradevole, piacevole, pulito. È questa la mia filosofia».

Daniel si occupa della carta dei vini, ma nel locale ci sarà anche la moglie e due soci che si occupano della cucina, che altri non sono che i genitori di Daniel: «Io lavoro in questo campo da diversi anni, sono sommelier e quindi cerco i vari distributori, ma mi piace molto provare anche i piccoli produttori. La scelta poi si fa mettendo in equilibrio qualità e prezzo, la crisi si sente, anche se siamo a Milano. Nel futuro però mi piacerebbe scegliere solo cantine sconosciutissime, piccole rarità».

L'unione tra sapori italiani e gusti dell'America Latina

Accanto ai vini ci saranno anche una scelta particolare di succhi, un’abbinata piuttosto curiosa: «Ma nemmeno tanto, ho pensato che non tutti vogliono o possono bere vino e così cerco di offrire loro un’alternativa. Detto questo, però, per dare una scelta analcolica, sono andato sui succhi, ovviamente super naturali, freschi, vegani. Sono tutti del Sud Tirolo e tutti a base di succo di mela, al quale il produttore aggiunge, a seconda, ribes nero, pesca, il luppolo».

Non mancheranno ad accompagnare le bevande, taglieri di salumi e formaggi e crostoni, «quello che metteremo sopra, però, sarà un po’ particolare, perché utilizzeremo, in parte, i prodotti della mia terra. Prodotti comunque tutti selezionati e di nicchia».

E allora via, oggi si apre

Si apre, dunque in via Solari, in una delle zone più cool della città: «Sono nervoso, emozionato. È la prima volta. Non faccio inaugurazione al momento, oggi apriamo al pubblico, guardiamo cosa ne pensa della mia idea, poi vediamo. Un domani, dopo aver visto se il locale prende piede, mi piacerebbe farlo diventare anche un piccolo ristorante. Ora, però ci concentriamo su quello che abbiamo».

Una curiosità però bisogna farsela togliere: il nome Shiua perché? «Shuar è un popolo indigeno dell’Amazzonia, fa parte della mia cultura: significa popolo della natura o difensore della natura. Ha origini antichissime, ancor prima degli Incas, e hanno una filosofia incredibile: lottano per il proprio territorio e le proprie credenze contro l'occidentalizzazione e l'espansione delle multinazionali. La natura non la toccano mai, se non quando ritengono che sia la natura che si sta aprendo a loro. E io mi rifaccio proprio a questo concetto».

Shiua Milano - via Solari 43 - Milano

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