È senza dubbio una delle fucine del vino campano. Stiamo parlando del Sannio, l'area racchiusa tra i due massicci montuosi del Taburno e del Matese, dove fiore all'occhiello della produzione è la falanghina. Ma anche qui non mancano le sorprese: da questo territorio infatti provengono i due vini che vi presentiamo, due etichette a base di uve autoctone di grande piacevolezza e beva.
Il primo è a base di uve camaiola, altro nome per la barbera del Sannio (che non ha nulla a che vedere con quella piemontese), coltivata vicino a Benevento dall’azienda Monserrato 1973. La Barbera del Sannio '21 è una piccola produzione, appena sopra le 3000 bottiglie, proveniente da un piccolo appezzamento di proprietà dell’azienda.
Per il secondo vino rimaniamo nello stesso areale, ma cambiamo il vitigno: è infatti il piedirosso a dare vita al Sannio Sant'Agata dei Goti Piedirosso Artus '19, un vino affinato in anfora le cui uve provengono da una piccolissima parcella piantata in mezzo a filari di falanghina. Poche bottiglie, ma tanta sostanza. Come dovrebbe essere un vino raro.