LA VIGNA | Camminare tra le vigne dell’Isola del Giglio, perla dell’arcipelago toscano, è un vero lusso. I filari si estendono su una superficie molto piccola, 1.2 ettari, affacciata sul mare. La varietà coltivata è l’ansonica, la grande protagonista dell’isola, che ben riesce a traghettare nel bicchiere quel carattere mediterraneo dell’isola. I suoli sono costituiti da sabbie di origine granitica risalenti a 5 milioni di anni fa. Il vino fermenta in acciaio per poi maturare in parte in barrique usate e in parte in contenitori di gres. La messa in commercio avviene a tre anni dalla vendemmia dopo un adeguato riposo in bottiglia
LA PERSONA | Tenuta Isola nel Giglio è l’ambizioso progetto di Philippe Austruy, imprenditore francese già proprietario di Tenuta Casenuove a Panzano in Chianti. Nel 2019, con l’aiuto dell’agronomo Alessandro Fonseca, ha individuato e acquistato un piccolo vigneto nella perla dell’arcipelago toscano, affascinato dalla bellezza dell’isola. Qui ha fondato la cantina vinicola, dando il via a una nuova avventura enologica. Un solo vino prodotto: l’etichetta Scoglio Nero, un toponimo che rende omaggio alla conformazione rocciosa del territorio.
IL VINO | Raramente commentiamo il colore, nel bicchiere ci colpisce un giallo dorato molto intenso, con lievi riflessi ambrati. I richiami sono maturi e avvolgenti, di pesca gialla, nespola, poi netti richiami di elicriso e camomilla. La bocca è avvolgente, delicatamente tropicale nel frutto, rilanciato da toni di timo e maggiorana, poi nocciola e un timbro finale di marca salina. La progressione è lenta, più giocata sul sapore che sull’acidità, per un bianco da sorseggiare con calma e attenzione.