LA VIGNA | I vigneti di proprietà, impiantati nel 2013, coprono circa 2 ettari, su una superficie complessiva dell'isola di appena 189 ettari. I suoli sono brulli, di origine vulcanica, fini e tendenti all'erosione, i due apprezzamenti nella parte centrale dell'isola, a circa 50 metri sul livello del mare. Qui troviamo, allevati a guyot ed esposti a sud, filari di greco, fiano e falanghina. Per la prima volta, con la vendemmia 2022, le uve sono state vinificate nella nuova cantina di proprietà, per una cantina a ciclo chiuso. Le uve del pandataria, blend quasi paritario delle tre varietà, vanno incontro a una vinificazione e maturazione in acciaio per circa 6 mesi, per poi riposare per almeno 3 mesi in bottiglia prima della commercializzazione.
LA PERSONA | Il nome della cantina, Candidaterra, è un omaggio diretto alla Patrona di Ventotene, la festa di Santa Candida (10-20 settembre) rappresenta l'evento dell'anno sull'isola, con la scenografica accensione delle mongolfiere. Protagonisti sono i fratelli Sportiello, Luigi ed Ercolino, che grazie all'intuizione dell'enologo Vincenzo Mercurio, hanno dato slancio alla vocazione viticola di questa minuscola isola del Mar Tirreno. "Ventotene, così piccola e così semplice, sa sempre sorprenderti. Racconta una tempesta di informazioni, di accenti, di nazionalità, di energie e di persone che transitano lasciando un residuo nelle parole, in cucina: una storia del mediterraneo. Volevamo fare un vino che raccontasse queste cose, frutto di due giovani che tornano alla terra, sposando la volontà del padre", ci racconta Vincenzo. Due solo vini prodotti, uno spumante da uve fiano e il Pandataria: numeri artigianali e carattere familiare.
IL VINO | Pandataria era l'antico nome dell'isola di Ventotene al tempo dei Greci e dei Romani, la traduzione letterale è "dispensatrice di ogni bene', per via della sua fertilità. Oggi, oltre al vino, da menzionare le eccellenze delle lenticchie e delle albicocche. Andiamo nel bicchiere. Arriva subito una zaffata di erbe spontanee, di finocchietto, poi toni più delicati di pesca e melone bianco. La bocca è cremosa, carezzevole, la trama sfoggia una progressione ritmica e ondulata molto originale e sfaccettata. La salinità è quasi appuntita, sospinta da toni di anice, mandorla fresca e pepe bianco. Finale lento, continuo e molto articolato. E' proprio il suo incedere ondulato e il passo cadenzato a colpirci fino all'ultima goccia nel bicchiere. I profumi si fermano, ripartono ed è difficile non pensare al moto delle onde.