LA VIGNA | Siamo in Sicilia, sull'isola di Salina, in località Malfa, le vigne guardano il mare e Stromboli fa capolino sullo sfondo. A pochi metri dalla Strada Provinciale 182, troviamo una manciata di filari di uve zibibbo, lavorati interamente a mano, con rese che solo una folle passione può giustificare. I chicchi, raccolti a vendemmia tardiva, sono lasciati ad appassire al sole su graticci in canna per circa due mesi, si perde quasi il 90% del prodotto. In cantina il vino riposa in vecchie botti, senza aggiunta di solfiti aggiunti in nessuna fase di vinificazione, per una Malvasia dallo stile unico.
LA PERSONA | Luigi Ramaglia lavora come comandante della capitaneria di porto di Santa Marina Salina. Ha girato per mari, ma la sua vera passione è un'altra: la vigna. Di origine napoletana, si è spostato a Salina per amore. E qui produce ogni anno una manciata di bottiglie vinificate senza alcuna aggiunta di solfiti in nessuna fase di vinificazione. Ha deciso di utilizzare vecchie botti, per vini che giocano con l'ossidazione e la concentrazione, raggiungendo una densità gustativa molto rara: tanto zucchero residuo e giusta acidità. L'assaggio non si dimentica facilmente.
IL VINO | C'è tutta la lezione del Marsala in questa meravigliosa Malvasia delle Lipari. Già a partire dal colore, mogano, con riflessi ambrati scuri. I profumi sono un viaggio, vanno aspettati con calma: datteri, noci, mandorle, cuoio, scorza d'arancia, caffè appena tostato. Sentori intensi, struggenti, rilanciati da un filo di volatile, mentre al palato la concentrazione è maestosa e viscosa. La bocca regala un connubio di sensazioni dolci, delicatamente amare e salate fuori dal comune, in una sensazione umami che sorprende. Si rilanciano contrappunti di spezie, iodio, fichi secchi, caramello salato, alghe marine. Il finale è interminabile. Se l'inizio è ostico, a 30 minuti dall'apertura il vino continua a cambiare ed evolvere, diventano via via più leggero. Una vera chicca da scoprire.