LA VIGNA | Giovacchino è il nome del vecchio proprietario del vigneto di ansonica che Giovanni e Simone utilizzano per questa etichetta. È uno dei tanti contadini gigliesi Doc che ha dato credito e fiducia al progetto dei fratelli Rossi: così ha ceduto loro volentieri un piccolo appezzamento nella propaggine sud-occidentale dell'isola, con viti molto vecchie che vanno dai 60 agli 80 anni, una parcella che ha richiesto un lungo percorso di recupero delle piante e che con l'annata 2021 si presenta per la prima volta in bottiglia. Gli alberelli allignano sul classico suolo gigliese, composto perlopiù da granito sciolto.
LA PERSONA | "A un certo punto il mouse era diventato più pesante della zappa". Non servono molte atre parole per comprendere la scelta di vita che Giovanni Rossi ha compiuto nei primi anni del 2000, quando, dopo aver abbandonato bilanci, operazioni fiscali e partite doppie, ha deciso di tornare al Giglio, l'isola in cui è nato, e recuperare il rapporto con questa terra. Insieme al fratello Simone, oggi si trovano a coltivare cinque ettari di vigneto, in diverse zone dell'Isola, con altri due ettari che diventeranno produttivi tra circa un paio d'anni. Vignaioli veri, la loro non è solo agricoltura, ma una vera e propria missione di recupero e mantenimento della tradizione vinicola dell'isola.
IL VINO | Verrebbe da dire "buona la prima" se non fosse che invece il vino non è solo buono...molto di più. Giovacchino '21 è un riassunto perfetto dell'Isola del Giglio, della sua terra, del sole, del mare e delle persone. Come quest'ultime sprigiona carattere e identità: sinesteticamente il giallo domina il naso, con la ginestra e gli agrumi maturi. Poi è il mare a prendere il sopravvento con gli sbuffi iodati, la sensazione di scoglio, il profumo delle conchiglie. Il sorso, infine, è succoso, e amalgama mirabilmente tutte queste componenti in un timbro decisamente salino.