LA PERSONA | È un piccolo scrigno ampelografico quello messo su negli anni dai quattro soci fondatori dell'azienda Vincenzo D'Avino, Luigi Giordano, Gaetano e Generoso Bove. Nei loro 16 ettari di vigneto coltivati nell'impervio comprensorio di Tramonti, su diverse parcelle, custodiscono le varietà autoctone della Costiera Amalfitana: pepella, ginestra, biancazita, biancatenera, falanghina per la produzione dei bianchi, fragranti, freschi e dal taglio marino; tintore, aglianico e piedirosso - da vecchi vigneti prefillossera - per i rossi, di grande struttura e austerità.
LA VIGNA | Come lascia presagire il nome, il tintore è un uva molto carica cromaticamente. Qui a Tenuta San Francesco se ne coltivano alcune viti plurisecolari, con età che vanno dai 150 ai 300 anni. Il sistema d'impianto è una pergola tradizionale: si tratta di piante prefillossera che crescono nelll'impervio territorio di Tramonti ad altitudini che vanno dai 300 ai 600 metri sul livello del mare. Le terrazze che ospitano le viti sono caratterizzate da pendenze vertiginose e guardano a sud-est; i terreni sono di matrice calcarea con inserti vulcanici e pomici.
IL VINO | Di solito il tintore viene utilizzato nei tagli con il piedirosso. Tenuta San Francesco però ce ne offre una versione in purezza, un omaggio alla lunghissima vita di queste vigne ricche di fascino. Dopo la vinificazione in acciaio, avvienne una maturazione in botti da 25 ettolitri per circa due anni. Ricordiamo alcune annate dell' È Iss come particolarmente dure a causa di una fittezza tannica davvero complicata. Con la 2018 torniamo invece alle edizioni più felici: parte con sensazioni di erbe officinali e goudron; rimane scuro su sensazioni di grafite e pietra focaia per virare poi delicatamente su toni fruttati di mirtillo e ribes nero. Rosso di gran carattere, ha tannino molto sottile e finale fresco e profondo.