LA PERSONA | La famiglia Fontana è in Langa praticamente da sempre: alcuni documenti li collocano tra queste colline già alla fine del 1400. Circa 200 anni fa, il più giovane dei sette fratelli si trasferì nella casa abitata oggi da Livia, che da lui prende il nome, Cascina Fontanin. Tipica azienda agricola di Langa, con vigneti noccioleti, cereali, pascoli e allevamento, è il nonno di Livia, Saverio, a iniziare a imbottigliare, tra i primi a Castiglione Falletto. Ma è nel 1992 che c'è la vera svolta: il padre di Livia, Ettore, trasforma l'azienda agricola in azienda vitivinicola. Oggi ad affiancare Livia ci sono i suoi figli, Michele, che si occupa della cantina, e Lorenzo, che invece cura la parte commerciale: con il loro ingresso, in azienda sta affiorando una nuova e moderna identità.
LA VIGNA | L'azienda può contare su un vigneto che si estende per dieci ettari, la maggior parte dei quali insistono sul comune di Castiglione Falletto, nelle MGA Mariondino e Villero. Ma una piccola parte del vigneto ricade a Monforte d'Alba, nel cru Bussia. Siamo al cospetto di una delle più importanti MGA del Barolo, nonché una delle più estese con i suoi 300 ettari vitati. Livia, Michele e Lorenzo qui hanno mezzo ettaro proprio sotto la cantina a circa 300 metri di altitudine, proprio al confine con Castiglione Falletto: abbiamo a che fare, quindi, con un Barolo "di frontiera", senza quella struttura tannica imponente che si ritrova quando ci si avvicina di più a Monforte.
IL VINO | L'annata 2016 è stata celebrata come una delle migliori del secondo decennio degli anni 2000; tutte le etichette che abbiamo assaggiato in Langa sembrano confermarlo. Anche questo Bussia Riserva va nella stessa direzione. L'impostazione data da Michele è piuttosto tradizionale: macerazione di una ventina di giorni, maturazione in botti da 20 ettolitri per 30 mesi, poi lungo affinamento in bottiglia. Il frutto non è affatto svanito nel bouquet aromatico: anzi, fa da sfondo in maniera discreta a un profilo speziato che vira su toni di noce moscata; arrivano in seconda battuta anche la radice della liquirizia, la china, il ginepro e un soffuso sbuffo balsamico. Al palato è leggiadro, caratterizzato da un tannino di grande definizione che incornicia il frutto che rivitalizza il sorso e il profondo finale. È già molto buono...ma perché avere fretta?