I vini a marchio Gaja sono ormai nel gotha dell'enologia mondiale e l'opera meritorio di Angelo Gaja è unanimemente riconosciuta. "Osò" innovare la tradizionale enologia piemontese con l'adozione di pratiche - dall'abbattimento delle rese al controllo della temperatura di fermentazione, dall'uso di tappi sovradimensionati alle maturazioni in barrique, per fare alcuni esempi - oggi scontate, ma negli anni 60 a dir poco dirompenti. E così ridisegnò il modo di concepire il vino in Italia. Come sempre i vini targati Gaja hanno sembianze perfette e carattere civilizzato, cionondimeno rimangono molto diversi. Tra la struttura misurata e il tannino delicato del Conteisa e il corpo importante e i tannini ancora un po' ruvidi dello Sperss, il fosso è largo. Quest'anno il nostro preferito è il Sorì Tildin la cui indole innata di freschezza e leggera durezza tannica, rispetto alla maggiore gentilezza e succosità gustativa del Sorì San Lorenzo, si sposa a meraviglia con la vendemmia 2021 calda e piena di maturità. Come sempre però il più fedele testimone dell'annata rimane il sempre ottimo Barbaresco, frutto del blend di diverse posizioni.