Angelo Muto ci regala ogni anno un interpretazione molto personale del Greco di Tufo. Merito suo, che cura meticolosamente la sua piccola produzione, ma merito soprattutto di un suolo davvero particolare. I suoi cinque ettari vitati infatti insistono sopra delle vecchie miniere di zolfo; e questo carattere sulfureo si trasmette direttamente al calice, donando energia, sorso minerale e un'espressività che rende perfettamente riconoscibili tanto il Torrefavale, quanto il Miniere. Quest'ultimo non tradisce sé stesso e il profilo aromatico al quale ci ha abituato: si può parlare di frutti gialli croccanti, si può parlare di note speziate ma l'impatto, potente e spiazzante, è con il forte aroma di zolfo che sale dal calice e ritorna in bocca, su un sorso quasi tannico: va necessariamente aspettato qualche anno ancora. Più approcciabile, che non significa più semplice, il Torrefavale della stessa annata: anche qui note sulfuree, ma con agrumi ed erbe aromatiche. Grande energia e scodata sapida.