Ci sono almeno due motivi per cui in Sardegna si beve bene, molto bene, senza spendere un patrimonio. Il primo riguarda la tendenza, centratissima, di proporre dei vini rossi (soprattutto ottenuti col principale vitigno a bacca rosa nell’Isola, il cannonau) d’annata, freschi, vinificati solo in acciaio. Vini, insomma, che giocano la loro partita sulla semplicità e sulla facilità di beva, senza perdere il loro carattere. Sono prodotti che vengono proposti a un prezzo molto onesto e sono quindi vini da tutti i giorni, sia per caratteristiche organolettiche, sia per questioni di portafoglio. Il secondo motivo riguarda la produzione cooperativistica sarda.
La maggior parte delle cantine sociali che operano sull’Isola hanno saputo convertire la loro produzione secondo regole qualitative ben precise, nonostante i numeri spesso siano significativi. Il risultato è buono nel bicchiere e ottimo nel prezzo e ciò riguarda non solo le principali varietà isolane, ma anche altre tipologie frutto di vitigni autoctoni meno conosciuti. Questo mix crea una Sardegna del Berebene variegata e divertente, capace di farci acquistare bottiglie particolari, alcune delle quali si possono conservare in cantina per poi berle dopo qualche anno.
In questa selezione troverete alcuni Cannonau frutto della stessa denominazione regionale, ma provenienti da climi e suoli molto diversi tra loro le differenze si riscontrano bene in bottiglia. Ci sono poi dei Vermentino, freschi, giovani, perfetti per le bevute spensierate dei mesi estivi e per essere abbinati ai piatti della tradizione marinara. Spazio infine, a due vini da vitigni storici. Uno è un bianco, ottenuto da nuragus, in provincia di Cagliari. L’altro è un rosso, la varietà da cui viene fatto è il cagnulari e arriva dal nord ovest dell’Isola. Piccole grandi produzioni che vale la pena provare.
Berebene: 8 vini della Sardegna dal migliore rapporto qualità-prezzo