Si tratta di una serie di negozi presenti già nelle maggiori città italiane, ma che punta a crescere anche oltre confine. Michele Rimpici, giovane Managing Director di Signorvino, ci racconta di più.
Signorvino: di che si tratta?
Signorvino è un negozio specializzato in vini italiani con cucina, dove è possibile comprare, degustare, bere un bicchiere o una bottiglia allo stesso prezzo dell’asporto e mangiare qualcosa in abbinamento.
Quando nasce?
Nel 2012, da un’idea di Sandro Veronesi, patron del gruppo Calzedonia, che intuisce la necessità di creare un nuovo format di vendita del vino italiano da far crescere in Italia e sviluppare poi all’estero. Siamo partiti col vantaggio dato dal know how e dall’esperienza del gruppo che da anni è leader del mercato nel retail in Italia e all’estero. La volontà di puntare sul vino, oltre che per passione, scaturisce da una richiesta oggettiva del mercato che chiede prodotti Made in Italy di qualità, ma fatica a trovarli in contesti accessibili, convenienti e assortiti.
Quali sono le novità che rendono Signorvino diverso da una semplice enoteca?
La posizione, l’assortimento, il servizio e la comunicazione. L’innovazione più importante è quella di essere super specializzati e di avere un servizio di logistica e back office da top retailer. A livello commerciale, la più rilevante è che serviamo i vini ad un unico prezzo da scaffale, quindi, essendo un negozio dove si può consumare, non c’è aumento per il servizio al tavolo. Il prezzo è sempre uguale. E poi c'è il Wine Specialist.
E chi è?
Il Wine Specialist è una figura giovane, smart, appassionata di vini, e con solida preparazione alle spalle, alla quale aggiungiamo tecniche di vendita, nozioni di retail, marketing e statistica attraverso un nostro percorso formativo per i dipendenti, anche questo mutuato dall'esperienza del Gruppo Calzedonia. Riassumendo, potremmo definirlo un sommelier moderno con doti commerciali che possa avvicinare il consumatore più e meno esperto utilizzando un registro comunicativo meno tecnico, più fresco ed accessibile.
Quanti sono a oggi le sedi di Signorvino?
Sono 15 punti vendita in Italia. Ci piacerebbe svilupparci su tutto il territorio nazionale ma per motivi gestionali e di vicinanza ci siamo prima concentrati al centro-nord.
Abbiamo deciso di farci le ossa in Italia ma guardiamo sempre all’estero come grande potenziale di sviluppo per il brand. A fine novembre abbiamo aperto un nuovo punto vendita a Bologna e guardiamo a Roma, che già da qualche tempo stiamo studiando, per il 2017.
Chi è il cliente di Signorvino?
Idealmente tutti quelli a cui piace il vino e questo affascinante settore. Non solo esperti, ma anche giovani che vogliono avvicinarsi al settore con proposte accessibili a tutte le tasche. Il fatto di essere presenti nelle più belle città italiane, inoltre, ci da la possibilità di relazionarci al turisti internazionali. C'è da considerare anche che la forbice della fascia di prezzo dei nostri prodotti va da €4,90 agli oltre 2/3.000€...abbastanza ampia da accontentare tutti.
Quante referenze avete in carta e in base a quali criteri avete sviluppato la vostra cantina?
Circa 1.500, solo italiane. Importanti griffe che fanno e hanno fatto grande il vino italiano nel mondo a cui aggiungiamo la nostra costante ricerca e selezione fatta di giovani emergenti, piccole realtà artigianali e di grande espressione territoriale, storie e vini incredibili magari in cerca di canali di vendita perché poco strutturate. Il comune denominatore per noi è il rapporto diretto, Signorvino vuole essere un partner non un cliente.
Veniamo all'altra parte del format: la cucina. Come avete pensato alla linee guida da seguire?
Per ora il menù è standard nazionale, segue le stagioni e ci sono tante novità che inseriamo come piatti della settimana o specialità regionali. Abbiamo un Food Manager ed uno Chef Executive che selezionano i prodotti migliori e studiano le ricette per poi formare tutte le cucine: una volta al mese facciamo uno Staff Trainer con gli Chef. Da un punto di vista gestionale è sicuramente la parte più delicata del nostro business.
La vostra è un'azienda giovane che si inserisce in un ambiente di grande tradizione. Cosa pensate di poter apportare al mondo enoico italiano?
Innovazione dal punto di vista del marketing, della comunicazione, della gestione logistica e del back office. Alla tradizione ci pensano le aziende che noi selezioniamo, noi portiamo solo le loro storie nei negozi.