Di seguito l'intervista a Stefano Agostini, Presidente e AD di Sanpellegrino S.p.A, che ci racconta di come è cresciuta l'enogastronomia in Italia e di come si prepara ad affrontare il futuro.
S. Pellegrino come ha vissuto questi anni di cambiamento e miglioramento della cucina italiana? Quali passi decisivi sono stati fatti?
Negli ultimi 30 anni abbiamo assistito a un’evoluzione straordinaria nel mondo del vino e della cucina italiana, di cui abbiamo iniziato ad apprezzarne la qualità e l’identità nelle sue forme più evolute, a partire dalla conoscenza degli ingredienti di eccellenza, trasformati da una generazione di nuovi chef di assoluto talento. Si può dire che S.Pellegrino abbia saputo cogliere e anticipare questa nuova sensibilità diventando negli anni un’icona di qualità grazie a una sempre più capillare presenza sulle migliori tavole del mondo.
Come avete raggiunto questo obiettivo?
È il risultato di un sistema di collaborazione con i più grandi chef internazionali che prosegue con successo da decenni e che culmina oggi nel nuovo talent internazionale S.Pellegrino Young Chef.
Raccontateci di S.Pellegrino Young Chef.
Giunto alla seconda edizione, è un progetto che esprime con efficacia l’impegno dedicato dalla marca alla valorizzazione del talento dei giovani cuochi. Sono state oltre 3000 le iscrizioni internazionali al talent, che vede ogni anno impegnata un'incredibile giuria formata dai più grandi chef del mondo. Non solo: la sinergia con i più autorevoli protagonisti della sommellerie ha generato una sorta di rivoluzione copernicana che ha posto l’acqua al centro dell’interesse del cliente, facendo diventare S. Pellegrino e Acqua Panna elementi imprescindibili di una esperienza di qualità a tavola. Possiamo certamente affermare che S. Pellegrino abbia contribuito nel tempo a far accrescere la cultura della buona tavola in Italia e nel mondo alimentando un network, sostenuto e promosso anche attraverso la piattaforma digitale FineDiningLovers.
Come si è intrecciato il vostro percorso con quello del Gambero?
Abbiamo creduto fin da subito in una partnership di valore strategico iniziando un percorso di collaborazione con la Città del Gusto e con il settore guide scegliendo di sostenere progetti editoriali tesi alla valorizzazione della qualità che la cucina italiana ha saputo esprimere in questi anni, in special modo decidendo di sostenere premi e riconoscimenti attribuiti ai giovani chef emergenti, coerentemente con la strategia che contraddistingue le scelte aziendali di questi ultimi anni.
Come avete vissuto i cambiamenti nel mondo dell'editoria e come giudicate che sia cambiato il modo di comunicare l'enogastronomia in questi decenni?
Editorialmente siamo stati noi stessi protagonisti di una rivoluzione nel momento in cui abbiamo lanciato il magazine digitale internazionale FineDiningLovers.com e successivamente la versione italiana .it che costituisce oggi un concreto punto di riferimento per i cultori della buona tavola e di tutto ciò che alimenta il gusto per il bello e per il buono nel mondo, consentendoci di mantenere vivo il dialogo con gli appassionati e i professionisti della ristorazione internazionale.
Facciamo il "Gioco dell'Amarcord": guardando con occhi di oggi, come eravate quando avete cominciato a lavorare in questo mondo?
Siamo partiti alla conquista del mercato internazionale con un bagaglio di notorietà e autorevolezza importante costruito in oltre un secolo di storia iniziata in un momento magico come quello della Belle Epoque, in una location naturalmente prestigiosa e seducente come le Terme di S. Pellegrino nel periodo del loro massimo splendore. Oggi la marca è presente in 140 paesi nel mondo ed è a buon diritto considerata una icona del made in Italy grazie un heritage unico e ad una attenta strategia di distribuzione che ha saputo trasformare un prodotto di qualità in un prodotto superpremium che può rivendicare una storia e un’origine uniche, ambasciatore di stile e gusto tipicamente italiani.
Immaginatevi tra 30 anni: come vi vedete? E come vedete il mondo in cui vi muoverete?
Parlare di futuro ci riporta letteralmente alla fonte. Uno dei principali investimenti in termini economici e di immagine previsti nell’immediato ma destinato a generare valore a lungo termine, riguarda lo stabilimento di imbottigliamento a S. Pellegrino Terme che sarà presto trasformato in un importante flagship factory con l’obiettivo di riportare l’attenzione al luogo di origine. Il progetto è ambizioso: l’obiettivo è riportare S. Pellegrino Terme agli anni d’oro della Belle Époque, quando la città era un luogo esclusivo d’incontro per l’aristocrazia europea. I progetti presentati lo scorso settembre da quattro studi di statura internazionale hanno interpretato la storia e i valori del nostro marchio talmente bene che sarà estremamente difficile determinare un vincitore. D’altra vogliamo assicurarci che la nuova casa di S. Pellegrino possa stupire i visitatori che verranno a trovarci da ogni parte del mondo per comprendere e apprezzare ancora di più il valore che la marca ha saputo esprimere a livello internazionale.