Nuova Castelli. Il racconto dei grandi formaggi

9 Dic 2016, 10:46 | a cura di

Parliamo dei formaggi con una storia e una personalità, il cui sapore dipende da una miriade di fattori: specie e razza, lavorazione, affinamento. 

I formaggi sono uno degli alimenti simbolo del made in Italy. Ne parliamo con Luigi Fici, Presidente e AD dell'azienda Nuova Castelli.

 

L’azienda. La filiera prima di tutto

Nata a Reggio Emilia nel 1892, Nuova Castelli è leader nel settore della produzione e distribuzione dei grandi formaggi Dop italiani. Un po' di numeri: 500 milioni di fatturato, 1.000 dipendenti, circa 20 impianti in Italia e all’estero. La sede centrale in Italia controlla una vasta rete di sussidiarie in Francia, Regno Unito, Germania, Scandinavia, Russia e da poco Stati Uniti. Gli impianti di produzione e di stagionatura sono in Italia, Ungheria e Polonia. Il fiore all’occhiello dell’azienda sono il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, il Gorgonzola, Taleggio, Mozzarella di Bufala Campana e Pecorino Toscano tra i Dop; la Mozzarella tra le Specialità tradizionali (Stg). Centrale, per Nuova Castelli, è il controllo della filiera: l'azienda ha stretto negli anni precisi protocolli con i produttori e ha avviato il Sistema per la Gestione della Qualità. Di seguito l'intervista a Luigi Fici, Presidente e AD dell'azienda
 

Il Gambero Rosso celebra i suoi 30 anni: tre decenni decisivi per la crescita e l’identità dell’enogastronomia contemporanea. Come ha vissuto questi anni Nuova Castelli?
Negli ultimi anni abbiamo vissuto cambiamenti importanti. In poco tempo siamo passati da una gestione familiare a una gestione manageriale senza però perdere la storia e la cultura dell’azienda che è stata acquisita da un fondo di private equità: nel Gruppo sono entrate nuove realtà che hanno fatto di Nuova Castelli una multinazionale da oltre 500 milioni di fatturato. Da poco abbiamo anche acquisito uno stabilimento negli Usa, che ha portato il Gruppo al di fuori dell’Europa che rappresenta per noi il 70% del fatturato. Se si pensa che tutto questo è successo in appena 4 anni, si intuisce come la nostra società sia alla continua ricerca di nuove opportunità.

 

Come si è intrecciato il vostro percorso con quello del Gambero?

L’incontro è avvenuto, un paio di anni fa: è stato un caso, ma abbiamo compreso subito che potevano nascere forti sinergie. La nostra intenzione era quella – e lo è tuttora – di trovare partner con sui offrire un valore aggiunto. Desideriamo evidenziare continuamente il nostro impegno per raggiungere un livello di qualità ed eccellenza assoluta: per questo abbiamo deciso di legarci a Gambero Rosso, un brand di grande livello e sinonimo di qualità che si sposa perfettamente con la nostra filosofia e con la volontà di affermarci come uno dei marchi leader del settore.

 

Come è cambiato il modo di comunicare l’enogastronomia in questi decenni?

Negli ultimi anni la comunicazione è cambiata in modo sostanziale. L’avvento delle nuove tecnologie, lo sviluppo del web e la nascita di tante nuove realtà editoriali ha creato un nuovo mondo dell’informazione. Per quanto riguarda la comunicazione dell’enogastronomia, ma anche più in generale, l’offerta è veramente ampia e gli utenti possono reperire notizie da tantissime fonti. È per questo che ritengo sia opportuno comunicare attraverso canali quanto più efficaci e autorevoli andando a sviluppare gli argomenti che davvero interessano di più in maniera diretta i consumatori. Altrimenti c’è il rischio che passi tutto senza essere notato. Negli ultimi anni il giornalismo enogastronomico si è sviluppato notevolmente, grazie anche alla narrazione di validi professionisti, e tutto viene recepito con grande interesse.

 

Come avete vissuto e come giudicate il percorso fatto insieme al Gambero?

Mi piace sottolineare come, fin dai primi eventi nei quali siamo stati coinvolti da Gambero Rosso, ovvero le Tre Forchette e i Tour internazionali,  sono rimasto positivamente colpito dall’organizzazione e dal contesto delle manifestazioni. Il Gambero Rosso, con i suoi talent e i suoi professionisti, riesce a valorizzare nel modo migliore i nostri prodotti. Inoltre, avendo partecipato agli eventi esteri, ho riscontrato un’ottima e proficua gestione degli incontri in mercati che per noi sono veramente importanti.

 

Facciamo il "Gioco dell’Amarcord": come eravate quando avete cominciato a lavorare in questo mondo?

Sicuramente molto diversi da come siamo oggi. Come detto Nuova Castelli è nata come un’azienda familiare che è riuscita a raggiungere dei traguardi eccezionali. Oggi la gestione è inevitabilmente cambiata, ma non è mutata la continua ricerca di materie prime di qualità e la volontà di produrre formaggi in grado di incontrare e stimolare i gusti dei consumatori.

 

Immaginatevi tra 30 anni: come vi vedete?

Non è semplice… Se si pensa alle trasformazioni vissute in soli 4 anni! Chissà dove saremo fra 30? Posso però affermare che, da azienda dinamica e sempre attenta ai cambiamenti, saremo al passo con i tempi e, sicuramente, avremo sondato e ci saremo insediati in altri mercati nel mondo.

 

www.castelligroup.com

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