Non esiste solo il Natale. E nemmeno la Pasqua, l’Immacolata Concezione, o tutte le altre feste legate al cattolicesimo. Le religioni e credenze nel mondo sono tantissime, le città si fanno – per fortuna – sempre più cosmopolite, e con questo bisogna farci i conti. Così, un giorno, la chiusura di un’azienda per la fine del Ramadan, magari, non sarà più una notizia.
Chiuso per la festa di fine Ramadan
Oggi, intanto, è una bella novità. A farlo è stata la Tre Zeta Group, azienda di calzature con sedi a Fossò nel Veneziano, Vigonza e Arzergrande nel Padovano: «Chiuso per la festa di fine Ramadan» recita il cartello appeso nei diversi stabilimenti produttivi. Tra i dipendenti, circa un 30% è di religione musulmana. Ai vertici, questa è sembrata semplicemente «la scelta più giusta da prendere per dare concretezza al concetto di inclusione» ha spiegato il ceo Fabrizio Mecheri.
Quella musulmana è una comunità importante per la Tre Zeta Group, «sulla quale nel corso degli anni abbiamo investito tanto» a cominciare da un percorso di formazione integrale offerto dall’azienda, insieme ad alloggi per «tutti quei lavoratori che non ne avevano uno».
Permettere ai dipendenti di stare in famiglia
Per la prima volta quest’anno, l’azienda ha deciso anche di chiudere gli impianti per celebrare la fine del mese di digiuno che rappresenta una grande festa per la religione islamica. Una pausa che ha concesso a tutti i dipendenti di trascorrere questo momento significativo con le proprie famiglie, proprio come accade da sempre in Italia nel giorno di Natale. Attualmente, questa è stata l’unica iniziativa del genere, ma speriamo che possa essere un esempio di civiltà per altre aziende e altre occasioni speciali.