L’anno della nascita del Pdl, della morte di Pavarotti e della strage di Duisburg.
2007
Il 2007 è un anno intenso, zeppo di casi di cronaca nera, di nodi politici che ritornano in auge, di novità che vengono annunciate dai banchi del Parlamento. L’anno inizia con la prescrizione e il rientro di Oreste Scalzone dalla Francia, ex capo di Autonomia Operaia, dopo 26 anni di latitanza. A febbraio, in occasione del derby Catania-Palermo, scoppia una guerriglia tra le tifoserie che porta alla morte dell'ispettore di Polizia Filippo Raciti. A febbraio Prodi sale al Quirinale per dare le dimissioni, ma Napolitano lo rimanda in Parlamento per ottenere la fiducia, rifiutando le sue dimissioni.
Marchionne annuncia conti Fiat di nuovo positivi e, dopo 50 anni, sulle strade italiane torna la 500. Veronica Lario chiede e ottiene pubbliche scuse dal marito Berlusconi per il comportamento con altre donne. Muoiono entrambi a 94 anni Carlo Ponti, marito di Sophia Loren, e il regista Michelangelo Antonioni. Se ne vanno anche Gigi Sabani e Luciano Pavarotti. Daniele Mastrogiacomo, di Repubblica, viene rapito in Afghanistan. Mentre a Roma si organizza il primo Family Day, in parlamento viene approvato il ddl sui Di.co. (Diritti e doveri delle persone stabilmente Conviventi). La disoccupazione al livello più basso dal ’93. Ad agosto a Duisburg, in Germania, sei italiani vengono uccisi nel massacro conosciuto come Strage di Ferragosto: un delitto collegabile alla 'ndrangheta, in particolare alla faida mafiosa di San Luca, paesino dell'Aspromonte. Bagnasco presidente Cei. In estate l’Italia è in fiamme. A Roma, l'acqua della celebre fontana di Trevi diventa rossa a opera di un dimostrante futurista, come una forma di contestazione all’amministrazione Veltroni. Berlusconi annuncia la fine di Forza Italia e la futura nascita del Pdl. Torna la Messa in latino. Valentino dà l'addio alla moda. Beppe Grillo organizza il primo dei V-day, due anni prima di fondare il Movimento 5 stelle. Nel frattempo il ministro Padoa Schioppa si rivolge ai giovani chiamandoli "bamboccioni". Scontri tra tifosi juventini e laziali in un autogrill a Badia Al Pino, vicino ad Arezzo: muore per un colpo di pistola un tifoso laziale, Gabriele Sandri, dj romano di 28 anni. L’anno si chiude con il tragico incidente alle acciaierie ThyssenKrupp di Torino: sette operai muoiono per le ustioni riportate.
Il Low Cost: una nuova filosofia di vita
Non è una questione di soldi o di risparmio: è una filosofia. Low Cost, ormai, è lo slogan della nuova classe media, della gran parte della gente che preferisce risparmiare sui fronzoli e decidere dove investire in energie e risorse. Dai voli aerei ai ristoranti, dalle enoteche ai supermercati. Con una specificazione fondamentale: low cost non vuol dire “a poco prezzo”, ma “lusso quotidiano al giusto prezzo”.
Nelle case di New York è molto diffusa l'abitudine di organizzare i party con una spesa low cost da Costo, colosso della grande distribuzione. E non solo nella Grande Mela. Basta infatti un clic sulla sezione di delicatessen Wine&Food e, dall'Alaska alle Hawaii, Costo recapita a domicilio cibi pronti con una “qualità di cucina fino ad ora raggiungibile solo nei ristoranti stellati e senza barattare la qualità con la convenienza”. La “stravaganza di antipasti”, per esempio, è un assortimento di salumi italiani di vario tipo, preaffettati e decorativamente disposti su vassoi pronti da presentare in tavola o in un buffet. Peso orientativo: due chili circa. Costo: 59.99 dollari, spese di spedizione comprese. I siti low cost impazzano, negli Stati Uniti come in Europa. Si acquista di tutto, a patto di avere la sensazione che dietro ci sia la “convenienza”. Ogni target ha naturalmente il suo concetto di convenienza. Per dire, anche i jet privati li trovi da affittare low cost.
Il fenomeno low cost non a caso ha marciato parallelo - come spiega Annamaria Testa, tra i più brillanti pubblicitari italiani - alla nascita dei discount e all'imporsi delle private label (le marche della grande distribuzione che offrono garanzie di qualità a un prezzo più contenuto). Legandosi anche a doppio filo alla nascita di internet: “Si cerca in rete l'occasione con lo stesso gusto di quando si va al mercato a frugare nei super saldi delle griffe. A partire dal '93 - evidenzia Testa - la logica d'acquisto si scardina, le competenze si mescolano in un vortice prima impensabile, lo shopping si personalizza: si mettono insieme capi griffati e capi di Zara o H&M. Lo stesso consumatore può volare con la compagnia low cost e poi cenare in un ristorante gourmet o andare a uno spettacolo a Londra che gli costa quanto il viaggio”. Insomma, risparmi sul volo per Girona e ti gratifichi con una cena dai fratelli Roca. I biglietti di "mamma" Ryanair (come viene significativamente soprannominata la compagnia aerea irlandese low cost) rendono oggi raggiungibili anche numerose destinazioni gastronomiche, come Newcastle, diventata una delle prime mete gourmet d'Inghilterra. E chissà che ora l'apertura dell'aeroporto di Comiso alle compagnie low cost non dischiuda interessanti prospettive ai ristoranti gastronomici del sud della Sicilia (e al turismo in genere, in un'area ancora difficilmente raggiungibile). Del tutto irrisorio, per chi viaggia, rinunciare a una serie di servizi come il posto assegnato, il pasto a bordo o a qualche altro comfort. Sulla scia di questo turismo a budget ridotto sta anche nascendo una nuova generazione di alberghi che, come per i voli low cost, fa valere la formula “prima si prenota e meno si paga”. Dall'hotellerie alla ristorazione, c'è una lunga lista di locali stellati in giro per il mondo che hanno figliato formule low cost: da Robuchon con il suo Atelier a Ferran Adrià con il suo bar a tapas Inopia. Le griffe, e tutto ciò che ne consegue in termini di garanzia per il consumatore, si spendono per proposte più facili e accessibili. E anche da noi è un moltiplicarsi di maison che all'haute couture affiancano il pret à porter, spesso in locali distinti, altre volte modulando le offerte secondo diverse fasce di prezzo ma all'interno dello stesso ristorante. Come succede nell'industria, dove prima di procedere a un progetto si posiziona il prodotto in una fascia di mercato, così nelle formule low cost si progettano, insieme al cibo, ambienti e componenti d'arredo specifici.
Cibo di lusso per tutti: la rivoluzione di Eataly
La GDO (Grande Distribuzione Organizzata) fino al 2007 è in gran parte in mano a francesi e tedeschi, fatta eccezione l'Esselunga, il Conad, il Despar e alcuni marchi regionali. Poi arriva questo Farinetti e decide di aprire una catena di supermercati di alta qualità e il progetto, che inizia nel 2000, vede la luce a Torino nell'ex stabilimento Carpano, alla fine del gennaio 2007. Chi è Farinetti? È un signore che è stato protagonista per un ventennio della GDO dell'elettronica con la catena Unieuro. (Ve la ricordate la pubblicità di Tonino Guerra sull'ottimismo? Beh, Farinetti ha inseguito Tonino per tre anni prima di riuscire a convincerlo a scrivere il testo della pubblicità e a interpretarlo). Che dire? Se non ci sei stato diventa difficile spiegare cosa vuol dire girare per diecimila metri quadri tra pomodori, pesche, insalata, bistecche, formaggi, pesce, scatole di pelati, pasta, birra, tonno e vino, gente che mangia, gente che compra. Ci si può provare e se ci si rivolge a un appassionato come il lettore del Gambero Rosso si può iniziare così:“Avete presente i sogni che si facevano da bambini? Una stanza piena di ogni prelibatezza… bene ci siete arrivati. E allora… divertitevi”.
“I primi dati - dice Farinetti - sono oltre ogni nostra aspettativa: hanno visitato Eataly circa trecentomila persone tra febbraio e maggio”. Prossima apertura sarà tra un armo a New York nel Rockfeller Center sulla Quinta Strada, mille metri quadri d'oro. Poi Genova, poi Milano e poi il Veneto, Bologna, Roma.