1991
Aumentano luce, telefono, canone Tv, benzina, metano. Fiat e Olivetti in cassa integrazione, il debito pubblico supera il Pil, la bilancia commerciale รจ in rosso: -3.629 miliardi. Crescono sequestri di persona, rapine, omicidi, il fisco dichiara un โbuco da 11 mila miliardiโ. La Spesa per i Mondiali di calcio ammonta a 10 mila miliardi, contro i 3.500 che erano previsti. 2.077 gli evasori totali, 1.622 quelli parziali. Ma il ministro delle Finanze presenta una mini sanatoria proprio per loro: gli evasori fiscali. In Italia arrivano 18mila profughi albanesi, da qui l'allarme e la crocifissione mediatica, ma cresce l'export italiano a Est. Ciononostante vanno a ruba i buoni del Tesoro, รจ boom di telefoni portatili e di turismo italiano. Le tv private possono trasmettere in diretta e Fininvest inaugura nuovi Tg. Nel mondo? In Unione Sovietica scoppia la rivolta contro il Partito comunista e man mano i vari stati dichiarano la loro indipendenza. Nasce il World Wide Web e viene messo on-line il primo sito web.
La prima guida Ristoranti d'Italia
Dopo i Vini dellโ88, ecco la Guida dei Ristoranti d'Italia 1991. 528 pagine con l'indice, 544 con le cartine geografiche. Una necessitร , giustificata dal fatto che โal ristorante, oggi, non si va piรน per fame, ma per piacere. Come a teatroโ garantisce lโintroduzione. Che si apre con la citazione di un passo dal Vangelo di Matteo: โVenite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerรฒโ. Nell'incipit introduttivo si legge ancora: โSembra incredibile, eppure cominciรฒ cosรฌ l'avventura del ristorante, un luogo nato quasi per caso per iniziativa di un certo Boulanger, venditore di bolliti e brodo a Parigi, il quale un bel giorno del 1765 ampliรฒ il menu aggiungendo un nuovo piatto e cambiรฒ la tipologia del proprio locale, scrivendo sull'insegna quell'appello evangelicoโ. La guida valuta i migliori ristoranti, assegnando le Tre Forchette (punteggio massimo), dichiarando gli emergenti, le 13 migliori cantine e le 30 migliori cucine. Alla fine dei 1.500 ristoranti visitati anonimamente dagli esperti, solo 966 sono perรฒ entrati a far parte della guida, frutto di una selezione rigorosa avvenuta in 528 localitร del Nord, del Centro e del Sud. Perchรฉ oggi โil ristorante รจ spettacolo. Uno spettacolo complesso nel quale entrano in gioco diversi elementi: la gradevolezza dell'ambiente, la qualitร del servizio, la qualitร manageriale del proprietario, la cucinaโ, di fatto l'elemento piรน importante e intesaโnel suo complesso: bontร della materia prima, perfezione nell'esecuzione, originalitร nelle proposte e nella presentazione. Perchรฉ oggi la cucina da sola non basta piรนโ. Infatti, โanche quando si mangia fuori per motivi di lavoro, si cerca di conciliare l'utile e il dilettevole, tutto deve funzionare al meglio, a cominciare proprio dall'atmosferaโ. E successo fu.
Uniti nel piacere del mangiare
Non รจ un anno casuale il '91: esattamente cento anni prima, nel 1891, un banchiere di Forlimpopoli, Pellegrino Artusi, dava alle stampe un singolare ricettario: La Scienza in cucina e lโarte del mangiar bene, un libro passato alla storia come il primo manuale culinario italiano, che di fatto ha sancito lโunitร d'Italia del gusto. Sul n. 50 del supplemento, una firma d'eccezione, quella dello storico Lucio Villari, ne traccia il valore intrinseco, con alcune chicche: โPubblicato a spese dellโautore perchรฉ rifiutato da tutti gli editori del tempo โ rivela Villari โ il libro di Artusi si insinuava, silenziosamente, in un'Italia degli anni '90 del secolo scorso, per tanti versi simile a quella di oggi. Cominciava allora un fin de siรฉcle profondamente inquietรฒ e turbato: si avvertivano le prime scosse di un terremoto politico e finanziario che passerร alla storia come lo scandalo della Banca Romana, con uomini politici, finanzieri, banchieri accusati di corruzione, destinatari di tangenti, di associazione a delinqueโ. Che dire? In quel clima l'Artusi dร alle stampe l'infuso della sua Gaia Scienza in cucina, in cui โle ricette, frutto di ricerche, impegno intellettuale, gusto della storia diventano la "ricettaโ perchรฉ ciascuno viva meglio e nello stesso tempo si senta partecipe di una civiltร , di una nazione che a tavola abbandona le divisioni politiche, le ideologie che dividono, le illusioni utopistiche, per unirsi nell'arte e nel piacere del mangiar beneโ. Eppure anche l'unico editore disponibile fu sempre scettico, tanto da definire l'opera: un prodotto โche sa di stufatoโ. Ma il prezioso volume di Artusi fu una vera fortuna: circa centodieci edizioni, oltre un milione e mezzo di copie vendute, โper decenni uno dei titoli piรน fortunati del mercato italiano, al pari di Cuore e Pinocchioโ. Un vero successo editoriale, un classico senza tempo, se รจ vero che la casa editrice Einaudi dal 1986 ha regolarmente venduto mille copie l'anno della propria edizione.โDel valore "politico" e culturale della sua opera - scrive ancora Villari - Pellegrino Artusi fu consapevole fin dall'inizio, tanto da replicare in questo modo allo scetticismo del primo editore-stampatore: โSappia perรฒ, e lo dico a malincuore, che con le tendenze al materialismo e ai godimenti della vita, verrร giorno, e non รจ lontano, che saranno maggiormente ricercati e letti gli scritti di questa specie, e cioรจ di quelli che recano diletto alla mente danno pascolo al corpo, a preferenza delle opereโ.
Vinbledon
Sul versante vino ricordiamo con un sorriso il gioco Vinbledon, apparso nel n. 51 con una dichiarata assonanza con il famoso torneo di tennis. โร il nome di un nuovo modo di degustare i viniโ inventato da menti raffinatissime. Un torneo โde gustativoโ dove โtutti i partecipanti si devono confrontare a eliminatoria diretta. La classifica si stabilisce in base alle vittorie conseguite. Le regole sono ferree: partecipanti dispari, bottiglie anonime, punteggio progressivo, ecc, ecc... Un modo nuovo di fare degustazione senza pretesa d'esser tecnico o attendibile. E per giocare รจ sufficiente essere degli appassionati senza nessuna preparazione scientificaโ. Gioco di societร , tra amici amanti del vino. Non alternativo alla Vini d'Italia.