Le tre nuove etichette del Cirò linea Segno Librandi

24 Set 2019, 16:54 | a cura di

DOC Cirò rosso, rosato e bianco Librandi linea Segno

Come esprime il nome stesso le tre nuove referenze, in commercio da gennaio 2020 e che potrete degustare in anteprima durante le cene del Librandi on Tour, sono un omaggio, un “segno”, un’impronta chiara e tangibile di ciò che può nascere quando una terra di vigneti, storia e alta tradizione vitivinicola, incontra una famiglia, i Librandi, da sempre animata dal profondo desiderio di diffondere la conoscenza del patrimonio vitivinicolo calabrese ed esaltare nei suoi vini l’identità più autentica e sincera di questa terra.

Una realtà, quella dell’azienda calabrese, che nasce negli anni ‘50 e che nel corso dei decenni ha portato nel mondo i sapori di Cirò, facendone conoscere le bellezze ma anche e soprattutto le varietà più tipiche.

La linea “SEGNO LIBRANDI”, con le tre nuove etichette pensate per i DOC Cirò rosso, rosato e bianco simbolizza al meglio il frutto di un meticoloso lavoro di sintesi di quanto acquisito in decenni di esperienza nel Cirotano. Fondamentale, in tutti questi anni, è stata la collaborazione con i migliori viticoltori locali in tutte le sottozone della Doc. Innumerevoli sono state poi le vinificazioni separate delle uve provenienti da sottozone diverse e che hanno permesso all’azienda di capire in profondità il territorio. Cruciale poi l’apporto delle quattro tenute di proprietà dell’azienda all’interno del territorio della Doc.

Qui la tradizione si è incrociata con il lavoro di selezione massale prima e clonale poi, oltre che con un programma di ricerca dei migliori portinnesti da utilizzare. Felice esempio di questo instancabile lavoro di ricerca e selezione portato avanti dalla famiglia Librandi è la tenuta di Rosaneti dove si trova la collezione di vitigni autoctoni dei Librandi che accoglie attualmente circa 200 varietà recuperate su tutto il territorio regionale calabrese.

A celebrare la presentazione in anteprima delle nuove etichette concorre inoltre una felice ricorrenza: l’anniversario di nascita della Doc Cirò che quest’anno festeggia i 50 anni. “Ci fa piacere sottolineare la concomitanza di questi due eventi – racconta Raffaele Librandi, Presidente del Consorzio Cirò - in quanto la nascita della Doc Cirò cinquant’anni fa e la presentazione di questi nuovi vini rappresentano per noi motivo di orgoglio, “segno”, in un’ulteriore accezione, di una progressiva evoluzione nella conoscenza e comprensione profonda del nostro territorio che ha radici nel passato ma uno sguardo rivolto al futuro.”

 

DOC Cirò linea Segno di Librandi. Note di degustazione

 

Cirò Doc bianco: Vino molto fresco con buona acidità, da uve greco in purezza. “È un bianco meridionale: ha una sua consistenza ben presente, ma gioca molto sulle delicate note di fiori bianchi e frutti gialli. Noi lo utilizziamo molto quando mangiamo pesce” racconta Paolo. È un classico vino estivo: fresco, fruttato e godibile, ma con una sua personalità e complessità, come nelle vivaci note di biancospino.

 

Cirò rosato Doc: “È la tipologia più bevuta in Calabria, e dunque è un’etichetta strategica per noi”, spiega Paolo. In effetti, si sente la personalità de vino, la sua freschezza ma anche la sua complessità e la nota tannica che dà nervo. Di sicuro non è il rosato in stile provenzale: anche il colore non è il classico “velo di cipolla”, ma un po’ più carico. “È un vino che accompagna tutta la nostra cucina che è abbastanza decisa – sorride Librandi – e ha un’acidità che lo sostiene molto. È un vino da tutto pasto”.

 

Cirò Rosso Classico Doc: È un vino molto tipico, da uve gaglioppo al 100% ed estratto in maniera soft, senza macerazioni spinte: nello spirito della filosofia enologica della famiglia Librandi. Questo vino offre i profumi tipici del Cirò: frutti rossi, con la marasca in piacevole evidenza, e una bella acidità. Paolo Librandi aggiunge: “Io ci riconosco il potpourri, quel sacchetto di fiori che si metteva un tempo nelle case”. E infatti arrivano le note di viola, tipiche del Gaglioppo, e ancora spezie e sottobosco mediterraneo.

 

Librandi. L'Azienda e le sue Tenute

L'azienda, con sede a Cirò Marina (Kr), è da sempre a gestione familiare: guidata fino al 2012 dai fratelli fondatori Antonio e Nicodemo Librandi, oggi, dopo la scomparsa di Antonio, è condotta da Nicodemo, Raffaele, Paolo, Francesco e Teresa Librandi. Una scelta importante che vede i Librandi impegnati in prima linea in tutte le attività dell’azienda: dalla gestione dei vigneti alla commercializzazione.

Le Tenute di proprietà della famiglia Librandi complessivamente contano circa 350 ettari, dei quali 232 vitati, 80 a uliveto e i restanti boschivi.

  • Rosaneti: il cuore pulsante dell'Azienda, la tenuta più grande, situata tra i comuni di Rocca di Neto e Casabona. Rappresenta attualmente il fiore all’occhiello della produzione viticola dei Librandi.
  • Critone: siamo nel comune di Strongoli. Prima proprietà acquisita fuori della zona del Cirò Doc, da questi vigneti, in origine dedicati esclusivamente ai vitigni internazionali, sono nati alcuni tra i vini che hanno fatto la storia dell'Azienda: il Gravello, il Terre Lontane e il Critone.
  • Ponta Duca Sanfelice: situato in una zona collinare storica della Doc Cirò, è il vigneto dal quale prende le mosse la storia dell'Azienda. In origine interamente dedicato al Gaglioppo allevato ad alberello come da tradizione, è stato poi ampliato con delle zone pianeggianti limitrofe, dove ha trovato posto anche il Greco Bianco.
  • Pittaffo: tenuta di 10 ettari (8 vitati) situata nella zona nord della Doc Cirò, all’interno del comune di Crucoli. Si tratta di una piccola vallata affacciata direttamente sul mare che ne influenza quindi in modo deciso le produzioni.
  • San Biase: San Biase è un vigneto di quasi sei ettari situato nell’immediato entroterra della Doc Cirò e caratterizzato dalle tipiche argille rosse di questa sottozona.
  • Brisi: piccolo vigneto di un ettaro e mezzo nel centro cittadino, situato nell’omonima zona. Rimane insieme a pochi altri come simbolo di un’area storicamente considerata, a ragione, tra le più vocate del comprensorio.

 

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