ColleMassari. Tra passato e presente guardando al futuro
È il 1998 quando i fratelli Maria Iris Bertarelli e Claudio Tipa decidono di scommettere sulla loro passione e realizzare un sogno condiviso. L’acquisto di alcuni vigneti all’interno dell’areale della doc Montecucco a Cinigiano, a 39 chilometri da Grosseto, rappresenta il primo passo in questa direzione. Nasce Castello ColleMassari che si erge sulle pendici del Monte Amiata, in una struttura agricola fortificata eretta nel '300, da cui la cantina prende il nome.
«Quando sono arrivato qui, nel ’98, ho visto immediatamente la possibilità di ritornare alle origini: i nostri nonni materni, infatti, avevano una proprietà con vigneti e uliveti in Tunisia – racconta Claudio Tipa – Dall’originario ettaro di vigna, ne ho piantati subito altri fino ad arrivare agli odierni 120 e ho costruito una cantina moderna, di design, scavata nella roccia fino a una profondità di quasi 20 metri». La visione: creare un vino espressione del suo territorio, puntando su qualità e su un attento lavoro che leghi passato e presente con l’occhio al futuro. «La tradizione ci insegna il rispetto per le uve ed il vino, mentre la tecnologia ci permette di gestire al meglio i processi produttivi – racconta Giovanni Puccioni, enologo dell’azienda – Non sono cose in contrasto, anzi è necessario ci sia questa interazione per ottenere il massimo della qualità di prodotti».
Oggi l’estensione dell’azienda conta circa 1.210 ettari e la cantina è circondata da una ricca biodiversità in cui si alternano vigneti, oliveti, seminativi e boschi. «Tutti questi elementi fanno sì che si riesca a portare avanti una coltivazione biologica autentica, favorita dalle interazioni di tutte le diverse anime vegetali», spiega Puccioni. Altro affascinante aspetto della cantina è quello di essere stata progettata e costruita dall’architetto Edoardo Milesi secondo i dettami della bioarchitettura e dell’ingegneria biodinamica. «La cantina è strutturata in verticale su tre livelli: spostiamo le uve e i vini senza pompe. Il vantaggio è doppio: trattiamo in maniera più delicata le uve e migliora la qualità finale del prodotto. Poi, non dovendo usare energia elettrica, aumenta il fattore sostenibilità».
Tre le varietà coltivate, vermentino e sangiovese sono quelle che esprimono meglio caratteri di unicità. “Siamo in una fascia di mezzo tra mare e monte Amiata, i cui influssi favoriscono la maturazione dell’uva. Il vermentino acquisisce una bella espressione aromatica, ma anche una buona struttura e acidità. Il sangiovese che coltiviamo invece proviene da vecchi cloni che abbiamo ritrovato e selezionato perché l’espressione autentica del territorio. Ci troviamo tra Montalcino e Scansano, e siamo una sorta di via di mezzo: un sangiovese importante, la cui potenza è gestita per avere un prodotto fruibile ed elegante".
ColleMassari. Tre Bicchieri al Montecucco Rosso Ris. 2019
È il vino simbolo della tenuta. Potente in bocca, con una notevole complessità e freschezza, la sua struttura è elegante e avvolgente e all’integrità gustativa si aggiunge una longevità di valore. Una base di Sangiovese, che dona note di frutta e spezie ed una buona acidità, è accompagnata dal Ciliegiolo e dal Cabernet Sauvignon, che lo rende appetibile fin da subito. I dettami dell’agricoltura biologica e le caratteristiche del terreno, la vinificazione in piccoli tini con fermentazioni spontanee e lunghe macerazioni, l’affinamento in legno grande, tutto ciò aiuta a preservare l’autenticità espressiva dei vitigni del luogo.
ColleMassari – Cinigiano (GR) – loc. Poggi del Sasso
0564 990496 – collemassariwines.it
FB: ColleMassari – Instagram: collemassari