Biodiversità e tradizioni centenarie. È il binomio che contraddistingue il territorio del Monferrato, cuore di una terra proclamata patrimonio dell'Umanità Unesco, assieme alle colline di Langhe e Roero. Tredici denominazioni (4 Docg e 9 Doc) nascono in questo areale e sono tutelate del Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato che, dalla sua fondazione nel 1946 a oggi, può contare su più di 410 aziende vitivinicole, che producono oltre 65 milioni di bottiglie in un areale inserito all’interno di 116 comuni in provincia di Asti e di 51 comuni in provincia di Alessandria.
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Gli obiettivi del Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato
Il distretto piemontese è la culla del vitigno barbera, di cui si hanno tracce in letteratura nel 1249 e nel 1512. Un uvaggio, e un vino, che alla fine dell'Ottocento godeva già di una reputazione di pregio che, nel secolo successivo, ne ha determinato il successo sia tra i coltivatori sia tra i consumatori. L'impegno per lo sviluppo qualitativo è uno degli obiettivi dell'attuale Consorzio di tutela (erga omnes dal 2015) così come lo è il miglioramento delle condizioni della filiera vitivinicola, con particolare riguardo alla componente agricola, vera spina dorsale del territorio.
Il riconoscimento Unesco è un valore aggiunto importante che ha permesso di portare ancor di più nel mondo la conoscenza dei vini del Monferrato. Tuttavia, come sottolinea Vitaliano Maccario, presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, è fondamentale riconoscere che «tale unicità è possibile solo grazie a una costante cooperazione uomo-natura: il frutto del lavoro di centinaia di anni portato avanti dai nostri uomini e dalle nostre donne che hanno saputo mantenere, ma anche interpretare secondo i tempi, la tradizione vitivinicola, nel rispetto della storia e del paesaggio».
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Il valore dei vitigni autoctoni
«Il nostro compito più importante è valorizzare, attraverso le attività di promozione dei vini, il lavoro dei viticoltori, i quali danno vita alle eccellenze vinicole che conosciamo. Non solo la bottiglia in quanto prodotto finito, ma tutto il lavoro a monte deve trovare il giusto riconoscimento», afferma Maccario. Se la barbera è senza dubbio un simbolo e tra i vitigni più identitari del Monferrato, sin da epoca antica vengono coltivati nell’area numerosi altri vitigni autoctoni di assoluto prestigio e che, soprattutto, contribuiscono alla biodiversità: dalla grande denominazione Doc Piemonte al Ruchè di Castagnole Monferrato Docg, dal Nizza Docg alla Freisa d'Asti Doc fino alla più recente Docg Terre Alfieri.
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Il Terre d'Alfieri, gioiello dei bianchi del Piemonte
Ottenuta la Doc nel 2009 e la Docg nel 2020, la denominazione Terre Alfieri comprende il Terre Alfieri Nebbiolo e il Terre Alfieri Arneis, due declinazioni diverse definite dall’impiego di uve a bacca nera o bacca bianca. I vini bianchi Terre Alfieri Arneis rappresentano un'espressione unica, una gemma, del patrimonio vinicolo italiano. Sono coltivati in una specifica area geografica caratterizzata da terreni argillosi e sabbiosi che conferiscono al vino una straordinaria mineralità e freschezza. I viticoltori si dedicano a pratiche sostenibili e a metodi di vinificazione che rispettano e valorizzano il carattere unico del vitigno. Questi vini sono noti per il loro profilo aromatico delicato (fiori di campo, frutta a polpa bianca, note più complesse di mandorla e spezie), con un'acidità vivace che ne esalta la freschezza e ne promuove la longevità.
Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato
Piazza Vittorio Emanuele II, 10 - Costigliole d’Asti (Asti)
www.viniastimonferrato.it/
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