Il Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato custode del patrimonio enologico Unesco

11 Apr 2024, 15:33 | a cura di
Barbera ma non solo: sono 13 le denominazioni tutelate dal Consorzio. Tra le Docg più recenti c’è Terre Alfieri

Biodiversità e tradizioni centenarie. È il binomio che contraddistingue il territorio del Monferrato, cuore di una terra proclamata patrimonio dell'Umanità Unesco, assieme alle colline di Langhe e Roero. Tredici denominazioni (4 Docg e 9 Doc) nascono in questo areale e sono tutelate del Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato che, dalla sua fondazione nel 1946 a oggi, può contare su più di 410 aziende vitivinicole, che producono oltre 65 milioni di bottiglie in un areale inserito all’interno di 116 comuni in provincia di Asti e di 51 comuni in provincia di Alessandria.

Gli obiettivi del Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato

Il distretto piemontese è la culla del vitigno barbera, di cui si hanno tracce in letteratura nel 1249 e nel 1512. Un uvaggio, e un vino, che alla fine dell'Ottocento godeva già di una reputazione di pregio che, nel secolo successivo, ne ha determinato il successo sia tra i coltivatori sia tra i consumatori. L'impegno per lo sviluppo qualitativo è uno degli obiettivi dell'attuale Consorzio di tutela (erga omnes dal 2015) così come lo è il miglioramento delle condizioni della filiera vitivinicola, con particolare riguardo alla componente agricola, vera spina dorsale del territorio.

Il riconoscimento Unesco è un valore aggiunto importante che ha permesso di portare ancor di più nel mondo la conoscenza dei vini del Monferrato. Tuttavia, come sottolinea Vitaliano Maccario, presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, è fondamentale riconoscere che «tale unicità è possibile solo grazie a una costante cooperazione uomo-natura: il frutto del lavoro di centinaia di anni portato avanti dai nostri uomini e dalle nostre donne che hanno saputo mantenere, ma anche interpretare secondo i tempi, la tradizione vitivinicola, nel rispetto della storia e del paesaggio».

 

Il valore dei vitigni autoctoni

«Il nostro compito più importante è valorizzare, attraverso le attività di promozione dei vini, il lavoro dei viticoltori, i quali danno vita alle eccellenze vinicole che conosciamo. Non solo la bottiglia in quanto prodotto finito, ma tutto il lavoro a monte deve trovare il giusto riconoscimento», afferma Maccario. Se la barbera è senza dubbio un simbolo e tra i vitigni più identitari del Monferrato, sin da epoca antica vengono coltivati nell’area numerosi altri vitigni autoctoni di assoluto prestigio e che, soprattutto, contribuiscono alla biodiversità: dalla grande denominazione Doc Piemonte al Ruchè di Castagnole Monferrato Docg, dal Nizza Docg alla Freisa d'Asti Doc fino alla più recente Docg Terre Alfieri.

Il Terre d'Alfieri, gioiello dei bianchi del Piemonte

Ottenuta la Doc nel 2009 e la Docg nel 2020, la denominazione Terre Alfieri comprende il Terre Alfieri Nebbiolo e il Terre Alfieri Arneis, due declinazioni diverse definite dall’impiego di uve a bacca nera o bacca bianca. I vini bianchi Terre Alfieri Arneis rappresentano un'espressione unica, una gemma, del patrimonio vinicolo italiano. Sono coltivati in una specifica area geografica caratterizzata da terreni argillosi e sabbiosi che conferiscono al vino una straordinaria mineralità e freschezza. I viticoltori si dedicano a pratiche sostenibili e a metodi di vinificazione che rispettano e valorizzano il carattere unico del vitigno. Questi vini sono noti per il loro profilo aromatico delicato (fiori di campo, frutta a polpa bianca, note più complesse di mandorla e spezie), con un'acidità vivace che ne esalta la freschezza e ne promuove la longevità.

Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato
Piazza Vittorio Emanuele II, 10 - Costigliole d’Asti (Asti)
www.viniastimonferrato.it/

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