È attraverso un susseguirsi di curve, di terrazzamenti che ordinatamente ridisegnano i versanti scoscesi delle montagne, di frastagliate scogliere a picco sul mare che si alternano a suggestivi borghi color pastello, che si snoda la “divina costiera”. Ed è lungo questo tortuoso tratto, affacciato sul Golfo di Salerno, che nel corso dei secoli i “contadini volanti” hanno portato avanti un virtuoso esempio di agricoltura eroica per riuscire a realizzare mediterranee coltivazioni a terrazzamenti che corrono lungo i versanti acclivi e disegnano un mosaico di giardini dei limoni, ancora oggi cifra identitaria del paesaggio amalfitano. Fazzoletti gialli coltivati con tecniche rimaste strettamente manuali, le stesse nel corso dei secoli; nulla è cambiato nemmeno per quel che riguarda il trasporto delle pesanti ceste di limoni che, oggi come ieri, avviene a spalla o a dorso dei muli, lungo scoscesi sentieri dai mille gradini.
Il Limone Sfusato Costa D’Amalfi: origine e caratteristiche
È nelle conche riparate dal maestrale, dove l’aria fresca proveniente dai monti Lattari incontra la brezza marina, che si crea il microclima perfetto per lo Sfusato Amalfitano, chiamato così per la forma affusolata e caratterizzato dall’umbone marcato, dalla buccia dal medio spessore, dal colore giallo chiaro, dall’acidità spiccata e da un aroma e un profumo resi intensi dalla ricchezza di oli essenziali. Un agrume importato dagli arabi che appartiene alla repubblica di Amalfi da prima dell’anno mille. Dopo un periodo di declino causato dalla concorrenza dei limoni di importazione, la limonicoltura amalfitana è tornata in auge all’inizio del 2000, quando il “Limone Sfusato Costa D’Amalfi” ha ottenuto il riconoscimento Igp. “
Per molto tempo la limonicoltura in costiera è stata caratterizzata dalla presenza di tanti piccoli produttori slegati tra loro; inoltre si stava assistendo a un pericoloso abbandono dei terreni. Così nel 2016 abbiamo fondato un’organizzazione di produttori con l’intento di tutelare e dare un’identità a questo prodotto per il quale siamo riusciti ad ottenere il riconoscimento Igp”, spiega Carlo De Riso, Presidente promotore dell’Organizzazione Produttori Costieragrumi. “Per prima cosa ci siamo dati un disciplinare di produzione. Abbiamo messo al bando tutti i trattamenti che prevedono prodotti chimici e siamo compatti nel tutelare alcune pratiche che da sempre contraddistinguono la nostra limonicoltura, come l’utilizzo dei pali di castagno e dei lacci di salice”.
L’Organizzazione Produttori Costieragrumi a presidio della cultura del limone
Oggi l’Organizzazione Produttori Costieragrumi comprende 170 realtà dislocate in 13 comuni che realizzano un milione e cento mila chili di limoni annui che, una volta raccolti, giungono nel nuovissimo stabilimento di Minori dove vengono puliti, calibrati e confezionati per proseguire poi il loro viaggio. “Siamo il primo anello di una catena che necessita di essere sostenuta da tutte le altre aziende che fanno parte dell’insieme più articolato che compone la filiera”, prosegue De Riso. “È dunque per noi molto importante sapere che ci sono realtà, come l’azienda Agrimontana, che mirano alla valorizzazione della bellezza del nostro prodotto, dandogli visibilità”.
Il sodalizio con Agrimontana
Un sodalizio reso possibile dal fatto che anche alla base di Agrimontana, azienda leader nella trasformazione della frutta, c’è una filosofia improntata alla valorizzazione dei frutti del territorio e alla ricchezza dei sapori, che bandisce l’uso di agenti chimici e che si pone l’obiettivo della ricerca dell’eccellenza. “Noi crediamo fermamente nella sinergia tra produttori, tra chi opera la prima trasformazione e l’industria. Lungo tutto il percorso che va dalla terra alla tavola, ogni tassello è strettamente legato e ogni attore deve collaborare con i players della medesima filiera”, spiega Chiara Bardini, General manager Agrimontana, azienda che da 50 anni produce ingredienti per l’alta pasticceria e la gelateria partendo dalla natura e rispettandola.
“Conosciamo da anni il modo di lavorare di Costieragrumi e apprezziamo l’estremo valore del Limone Costa D’Amalfi IGP. In questo momento stiamo studiando una tecnica che ci permetta di sbucciare i limoni facendo in modo che la buccia, spessa e ricchissima di oli essenziali, risulti perfetta per la canditura. Potrebbe sembrare un’operazione banale, invece è un procedimento che richiede diversi accorgimenti, soprattutto per non rovinare il frutto. La nostra politica, infatti, prevede, un rispetto tout court della materia della quale, in una logica di sostenibilità, usiamo ogni parte: dalla buccia, ingrediente principe del limone candito, fino ad arrivare alla polpa dalla quale ricaviamo le marmellate”. Quando la tecnologia è lo strumento per rispettare una materia prima d'eccellenza.
Agrimontana
Borgo San Dalmazzo (CN) – Localita Ponte Della Sale, 185 – via Camillo Benso Conte di Cavour - 0171 261157
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