Verona è la «città dell'amore» per antonomasia ma d'ora in poi sarà anche «Città internazionale della vite e del vino». Il nuovo riconoscimento arriva dall'Oiv, l'Organizzazione internazionale della vigna e del vino, scatterà ufficialmente da venerdì 29 novembre con la cerimonia a Digione (Francia) e arriva a pochi mesi dal Wine ministerial meeting che si è tenuto ad aprile nella città scaligera, sede ogni anno del Vinitaly. La decisione dell'Oiv è stata annunciata dall'assessore regionale all'Agricoltura, Federico Caner, secondo cui si tratta di un riconoscimento per la città ma anche per tutta la regione Veneto, prima produttrice ed esportatrice di vino in Italia, che «onora tutto il comparto vitivinicolo e un intero territorio».
Come funziona la rete dell'Oiv
La menzione dell'Oiv, che comprende 50 Stati per l’87% della produzione e il 71% del consumo mondiale, si inserisce nell'ambito dei festeggiamenti del 2024 come Anno internazionale della vigna e del vino. L'organizzazione ha scelto di celebrare questo storico percorso inaugurando nel 1987 la Rete internazionale delle città della vigna e del vino, che quest'anno è stata rilanciata, per riconoscere l’inestimabile contributo che le città con una tradizione viticola hanno offerto all’Organizzazione durante i suoi cento anni di attività. Ed ecco che la scelta di queste nomine sta cadendo su città che hanno organizzato eventi di natura scientifica e culturale, come i congressi mondiali (già tenuto a Verona nel 2008), i convegni e i corsi dell’Oiv. Ma anche per mettere in luce quelle città o regioni che saranno protagoniste di altri eventi e incontri in futuro. Finora, più di cento città di 21 Paesi hanno lavorato per trasformarsi in centri dedicati agli incontri e agli eventi di settore. Essere nella Rete internazionale delle città della vigna e del vino non rappresenta un costo economico per le città membro, in quanto l’adesione è gratuita.