La grande reunion 2025 dei Vermouth di Torino sarà da record

4 Dic 2024, 16:35 | a cura di
In programma la più ampia degustazione mai organizzata per questa denominazione, con tre secoli di storia. Il 24 gennaio, nel capoluogo piemontese, saranno presenti 43 produttori

Mancava dal 2019, nel capoluogo piemontese, un grande evento che mettesse assieme i rappresentanti del prestigioso Vermouth di Torino, vino aromatizzato italiano, già apprezzato alla corte reale dei Savoia, l’unico a potersi fregiare dell’Indicazione geografica protetta (Igp) concessa dall’Unione europea. E stavolta, gli organizzatori hanno scelto di giocare in casa, nella città simbolo di questo storico aperitivo. L’appuntamento, chiamato Vermouth di Torino... a Torino, è per il 24 gennaio 2025, dalle 10,30, nella sede torinese dell’Associazione italiana sommelier, in via Modena 23.

Presenti tutti i soci del Consorzio

Cinque anni fa, il Consorzio di tutela aveva organizzato, sempre assieme ad Ais, il primo evento in assoluto nella città natale ma l'edizione 2025 è ancora più importante, per il numero di produttori e di etichette che nel frattempo sono raddoppiati. Per esperti e semplici appassionati, ci sarà l’occasione di degustare una straordinaria selezione dei Vermouth di tutti i soci del Consorzio, oggi saliti a 43, in rappresentanza di oltre il 90% della produzione della Igp. Nel programma, sono previsti i banchi d’assaggio dei singoli produttori, ma si potrà partecipare anche a workshop e talk show per tutta la giornata, scoprendo le ultime tendenze su produzioni e mercato.

Due bicchierini di vermouth

Un po' di storia

Il nome Vermouth deriva dal termine tedesco wermut che definisce l’Artemisia absinthium (assenzio maggiore), che è la base aromatica principale usata nella preparazione. Dal 1400, come ricorda il Consorzio, i liquoristi torinesi iniziarono a distinguersi per la perizia nell’arte della distillazione fino a ottenere, già nel Settecento, grande fama anche oltre i confini italiani. Nell’Ottocento e Novecento, il Vermouth divenne famoso anche all’estero nelle sue due varianti (bianco e rosso). Ed è da Torino che inizia lo sviluppo del Vermouth come lo conosciamo oggi. Le tecniche di lavorazione si sono evolute e le nuove hanno affiancato quelle antiche. La bevanda è classificata in base al colore (bianco, ambrato, rosso, dry) e alla quantità di zucchero impiegata. Il disciplinare prevede anche la tipologia Vermouth di Torino Superiore che si riferisce a prodotti con un titolo alcolometrico non inferiore a 17% vol., realizzati con almeno il 50% di vini piemontesi e aromatizzati con erbe, oltre all’assenzio, coltivate o raccolte in Piemonte. Info sul sito del Consorzio del Vermouth di Torino.

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