Cascina Francia è oggi, tra i Barolo, quel che il Monfortino è sempre stato tra le Riserve di Barolo, la versione tradizionale più prestigiosa. Ma mentre il Monfortino, che fu posto in vendita per la prima volta nel 1920, era nato da un’intuizione di Giacomo Conterno, fondatore dell’azienda che porta il suo nome, suo figlio Giovanni fu letteralmente costretto a creare il Barolo Cascina Francia con le uve della vendemmia 1978: era diventato sempre più difficile realizzare i vini come aveva fatto fino allora, acquistando le uve dai vignaioli dei migliori cru, perché questi vignaioli erano andati a lavorare alla Ferrero, oppure avevano deciso di vinificare in proprio le loro uve.
Un'intuizione che ha portato a un grande cru
Ecco perché, nel 1974, Conterno aveva acquistato a Serralunga d’Alba l’appezzamento di Cascina Francia, costituito da 16 ettari esposti a sud-ovest, con un terreno di matrice calcarea che avrebbe impresso ai vini un alto grado di sapidità. Ma per intuirlo bisognava conoscere le Langhe come le conosceva lui perché in quel momento era un campo di grano. Fu lui, infatti, a impiantare viti di nebbiolo nelle parcelle che riteneva migliori e viti di barbera nelle altre.
Nelle aste ribassi contenuti e segnali di ripresa nel 2024
Quanto fossero azzeccate le sue scelte lo si può vedere nei prezzi delle 16 annate di Barolo Cascina Francia, che compaiono nella tabella qui accanto: sono le più rappresentative delle 23 quotate sia alle aste del 2023-24 sia a quelle del 2022. Complessivamente sono in ribasso, come è successo a tutti i vini l’anno scorso, ma è un ribasso di proporzioni limitate, del 4,5 per cento, perché le prime aste di quest’anno hanno dato segnali di ripresa, in controtendenza.