Francia e Italia insieme per rafforzare un'alleanza nel nome dei vini rosati da invecchiamento. A questo è servito l'evento tenuto a Milano lo scorso gennaio e organizzato da Rosés de Terroirs, associazione presieduta da Philippe Guigal, che intende allargare la sua rete sul territorio italiano. Oggi sono 59 le cantine iscritte, provenienti da Francia, Italia (tre aziende), Spagna e Grecia, ma con una maggioranza di imprese provenienti dal distretto francese del Tavel, nel Rodano.
Segmento esclusivo
Il presidente Guigal (proprietario dello Chateau d'Aqueria) ha spiegato che il mercato mondiale dei vini rosati, dopo essere cresciuto nel corso degli ultimi 20 anni, sta attraversando una fase di diversificazione dell'offerta, che consente di concentrarsi anche su nuovi stili. Ecco l'idea dell'associazione, nata nel 2020, di trovare un posizionamento di alta fascia per quelle tipologie di rosati capaci di affinare nel tempo, che possono rappresentare anche oggetto di investimento per i collezionisti. Una sorta di segmento esclusivo, che attiri sia i consumatori sia gli esperti del settore.
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La necessità di allargare il gruppo
L'incontro tenuto a Milano aveva come obiettivo quello di porre le basi per trovare nuovi soci, per la creazione di un manifesto che possa promuovere l'autenticità di questi prodotti da lungo affinamento e, allo stesso tempo, riesca a rafforzare la loro presenza sul mercato. L'appuntamento era intitolato Rosés de terroirs, uniamoci. E la scelta dell'Italia come sede è stata particolarmente strategica, dal momento che i rosé longevi in Italia non rientrano nei tradizionali parametri di classificazione dei vini Dop e Igp e potrebbero essere diverse le cantine interessate a questo tipo di valorizzazione dei prodotti. Una delle prove che Rosé de Terroirs ha portato ai tavoli di una degustazione con circa 22 etichette, presso il Grand hotel de Milan, è stata l'annata 2020 del Chiar'Otto della veneta Villa Calicantus (new entry nel sodalizio), che la commissione di degustazione del Chiaretto di Bardolino Doc non aveva considerato idonea. Per dirla con le parole dello stesso Guigal: «Vogliamo vini differenti, sorprendenti, unici e fuori dalle mode».