Sotto analisi, questa settimana, sono le quotazioni dei Barbaresco prodotti in bottiglie di formato speciale dall’azienda fondata da Bruno Giacosa. Due le tipologie di Barbaresco: quelle che nascono nel vigneto Asili a Barbaresco e quelle realizzate con le uve del vigneto Santo Stefano, a Neive. Due anche le tipologie delle bottiglia di formato speciale: magnum, da un litro e mezzo, e jeroboam da 3 litri, dette anche doppie magnum.
Cali in doppia cifra vicini al 30%
Le quotazioni che questi vini hanno ottenuto alle aste del 2024 e del 2023 sono confrontabili soltanto in nove casi, sufficienti per constatare che i Barbaresco Bruno Giacosa, in bottiglie di formato speciale, hanno subito un ribasso complessivo perfino superiore a quello, già piuttosto elevato, delle bottiglie normali. Complessivamente, infatti, le otto magnum e la jeroboam da 3 litri che compaiono in tabella, l’anno scorso valevano 16.794 euro mentre adesso, con le quotazioni del 2024, ne sono bastati 12.223 per aggiudicarsele. Chi le avesse tutt’e nove in cantina avrebbe perso 4.571 euro, cioè il 27% di quanto valevano.
Il paradosso del prezzo tra bottiglia e magnum
Intendiamoci, il trend ribassista più accentuato nei confronti dei formati speciali non riguarda soltanto i Barbaresco Bruno Giacosa, è un fenomeno generalizzato, ma in questo caso ha generato addirittura risultati paradossali. Un esempio? La bottiglia di Barbaresco Riserva Santo Stefano di Neive 1990, che ha beneficiato di un piccolo aumento del 10%, è quotata oggi 1.359 euro, mentre la quotazione della magnum, colpita da un ribasso del 50%, è di 1.383 euro: con 24 euro in più si può avere la doppia quantità dello stesso vino.