Sono tre i produttori dei Barolo presi in esame questa settimana confrontando le quotazioni alle aste dei primi mesi di quest’anno con quelle del 2023. Complessivamente, la loro produzione, in controtendenza con l’ondata di ribasso attualmente in corso, registra un lieve aumento, poco più dell’1 per cento.
Sorpresa per le quotazioni di Accomasso
Sorprendentemente, a essere colpito dal ribasso è stato soltanto Lorenzo Accomasso, che come i suoi due colleghi vinifica esclusivamente uve di proprietà: quelle del vigneto che ha intorno a casa, poco più di tre ettari nel comune di La Morra, nel privilegiato territorio delle Rocche dell’Annunziata. Però il prezzo del Barolo che ricava dalla parcella più pregiata della sua piccola tenuta, la vigna Rocchette, invece di diminuire è aumentato. E in crescita, del 15%, sono anche le quotazioni del Barolo che Giovanni Canonica ottiene dal suo piccolo vigneto, nel pendio della località Paiagallo, in territorio comunale di Barolo.
Cappellano recupera grazie ai nebbiolo pre-fillossera
Anche i prezzi dei vini di Augusto Cappellano sono complessivamente in crescita del 4%, ma quelli del suo Barolo più importante, il Piè Rupestris, hanno perso in realtà l’8 per cento. A riportare il conto in attivo, è il Barolo Otin Fiorin Piè Franco, ottenuto dalle viti di Nebbiolo Michet che negli anni 80 suo padre, l’ormai leggendario Teobaldo Cappellano, impiantò nel vigneto Gabutti di Serralunga d’Alba, e li impiantò non innestati, a piede franco, sfidando la fillossera. Una sfida che collezionisti e investitori hanno dimostrato anche quest’anno di apprezzare alle aste, premiandola con un +34 per cento.