Impennata dei vini comuni e frenata per le Dop. Un primo bilancio del vino italiano nel 2024

19 Dic 2024, 17:59 | a cura di
La gestione della dinamica prezzi/costi ha indebolito la redditività aziendale. E sul tetto degli 8 miliardi di export l'Italia è in ritardo sulle attese

Dicembre è tempo di bilanci e anche il vino non può sfuggire al rito di fine anno. Il 2024 è stato un anno di rinnovata consapevolezza per tutti gli operatori. Dopo il rallentamento del commercio internazionale e dei consumi mondiali, tutto il settore è stato obbligato a fare serie riflessioni su quali traiettorie intraprendere nel futuro. Stanno cambiando i consumatori e la domanda. Questo porterà necessariamente a ridefinire strategie, segmentazione dei prodotti e comunicazione, per arrivare in maniera sempre più efficace alle nuove generazioni, sempre in un quadro di educazione al bere consapevole e moderato. Chiaramente, la Ue non è stata a guardare e ha costituito il Gruppo di alto livello per la politica vitivinicola proprio nell’ottica di condividere linee di intervento per affrontare le sfide future del vino. In tutto questo, l’Italia riveste sempre il ruolo di leader della produzione e delle esportazioni in volume. Tanti i temi in discussione sul tavolo: dalla gestione del potenziale ai vini a basso tenore alcolico e, in tutto questo, la gestione di una dinamica prezzi/costi che ha indebolito la redditività delle aziende.

Gli indici Ismea alla produzione

Sul fronte prezzi, intanto, il mercato ci restituisce delle indicazioni importanti. La prima è che, come sempre, le sintesi valgono come tali, ma all’interno del mondo vino c’è un sistema complesso, dove ogni segmento ha dinamiche sue che rispondono a certe esigenze. Basti considerare l’indice Ismea dei prezzi alla produzione (nel grafico in basso) che, sebbene ancora provvisorio per il 2024, indica nell’ultimo anno una crescita molto importante per i vini comuni, i più penalizzati in volume dalla vendemmia 2023, mentre i vini Dop hanno subito una leggera frenata.

Indice Ismea dei prezzi alla produzione - vini (2010=100)

Il mercato estero

A una domanda interna che stenta ancora, si affianca qualche buon risultato arriva dalle esportazioni. Dopo la flessione del 2023, i dati dei primi nove mesi del 2024 indicano un recupero delle esportazioni in volume del 3%, in controtendenza peraltro rispetto alla dinamica mondiale. A questo si accompagna anche il buon risultato in valore, +6% che, se confermato a fine 2024, potrebbe traghettare il valore complessivo delle esportazioni sopra gli otto miliardi di euro. Questo però non può lasciare spazio a facili entusiasmi, perché tale tetto verrebbe superato con almeno due o tre anni di ritardo rispetto alle aspettative, a causa della frenata della domanda estera e della battuta d'arresto dei consumi internazionali.

Dop, Igp e vini comuni

Da sottolineare, comunque, l'incremento  delle spedizioni oltre frontiere dei vini Dop e Igp fermi a fronte della preventivabile frenata dei vini comuni, data dalla scarsa disponibilità della campagna passata. Molto bene, intanto, i vini spumanti che nel complesso da gennaio a settembre hanno messo a segno un +13% in volume e +9% in valore. Non resta che fare i migliori auguri di un prospero 2025 a tutto il mondo del vino che, nonostante qualche battuta d’arresto, uno dei settori trainanti dell’agroalimentare italiano.

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